Coronavirus, è morto l'ex Procuratore Francesco Saverio Pavone
Il magistrato che condusse una lotta accanita contro la mafia del Brenta era da 15 giorni in terapia intensiva per problemi polmonari dopo essere risultato positivo al virus

MESTRE. È morto oggi, lunedì 16 marzo, nel reparto di Terapia intensiva dell’ospedale dell’Angelo di Mestre, Francesco Saverio Pavone, il magistrato “di ferro” che combattè duramente contro la mafia del Brenta e portò avanti alcune tra le più importanti inchieste in tutto il Veneto.
Pavone, ricoverato per problemi polmonari e risultato positivo al coronavirus, ha lottato fino alla fine contro il morbo, spegnendosi dopo 15 lunghi giorni in rianimazione.
Di origine pugliese, era nato a Taranto il 25 marzo 1944, entrò nel sistema giudiziario come cancelliere, prima di vincere il concorso in magistratura ed essere poi assegnato alla pretura circondariale di Mestre nel 1989. Poi, nel 1993, divenne giudice istruttore.
Pavone: cosa ha comportato la dissoluzione dell'impero di Maniero
Uomo con un profondo senso dello Stato, calmo e pratico, venne visto da Felice Maniero come uno tra i principali ostacoli all’espansione della mafia veneta, tanto che il boss ordinò a Paolo Pattarello di acquistare un fucile di precisione per ucciderlo. Fece poi condannare l'intera "banda dei giostrai" responsabile di numerosi sequestri di persona.
La sua dura battaglia contro i mafiosi in Veneto lo portò a collaborare anche con il magistrato Giovanni Falcone, tanto che il giorno della strage di Capaci, in cui il magistrato, la moglie e la sua scorta furono uccisi in un attentato dinamitardo, si sarebbero dovuti vedere per discutere di un'estradizione.
Fiero oppositore di ogni accordo con i mafiosi mise il “sale sulla coda” a Maniero riuscendo ad arrestarlo più volte. Il boss lo temeva al punto che organizzò il proprio cosiddetto "pentimento", ma per molti un vero e proprio accordo per nascondere il suo "tesoro", con altri magistrati.
Era diventato quindi procuratore aggiunto a Venezia e poi era stato nominato poi procuratore capo di Belluno, dove aveva retto la carica coordinando importanti inchieste contro le ecomafie, fino alla pensione.
Persona tranquilla ma molto coraggiosa, 8 anni fa, riuscì ad arrestare una borseggiatrice 31enne che aveva cercato di derubarlo al pontile della linea 2 a piazzale Roma, trattenendola fino all'arrivo della polizia.
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