Coronavirus, ecco il bar di Padova che rispetta le distanze con le grate da cantiere

La rete da cantiere impedisce totalmente ogni contatto con il bancone e il passaggio di soldi e bicchieri avviene a distanza
DORO - FOTOPIRAN - PIOMBINO DESE - GRATE BAR TOTO' TORRESELLE
DORO - FOTOPIRAN - PIOMBINO DESE - GRATE BAR TOTO' TORRESELLE
PADOVA. Rispettare le regole? Ecco la misura “draconiana” richiesta dal presidente Conte, applicata al “Toto bar” di Torreselle: una rete da cantiere di fronte al bancone. «Così nessuno più ci si appoggerà»
 
Piergiorgio Vallotto, 45 anni, titolare del bar principale della frazione, spiega la sua iniziativa nata in un battibaleno, dopo aver constatato l’impossibilità di far rispettare le distanze richieste per decreto, con la semplice persuasione. «Abbiamo preso questa decisione un po’ a malincuore, perché tenere distanti i clienti tra loro e dal bancone al bar, non è una cosa naturale. Ma l’abbiamo fatto per rispettare le norme di prevenzione fissate dal DPCM del 4 marzo» .
 
E così, la rete da cantiere impedisce totalmente ogni contatto con il bancone e il passaggio di soldi e bicchieri avviene a distanza. Vallotto, che con la compagna Alessandra gestisce il bar da 3 anni insieme alle collaboratrici Arianna e Alessia, ha affisso in vari punti del locale le norme igieniche da rispettare da parte di tutti. Ma l’attrazione del bancone era irresistibile, anche come gesto naturale e involontario; da qui la decisione drastica «che inizialmente fa sorridere», commenta il titolare, «ma che è indice della serietà della situazione. O tutti adottiamo le precauzioni, le distanze e le misure di igiene e pulizia personale o sarà difficile spezzare la catena del contagio».
 
Al “Toto Bar” in queste settimane sono sospese tutte le serate musicali per le quali il locale è noto nella zona, «per evitare assembramenti. I tavoli sono a distanza di sicurezza ed evitiamo ogni stretta di mano e contatto ravvicinato», confermano le collaboratrici di Vallotto.
 
«Con la rete, abbiamo unito all’obbligatorietà delle prescrizioni la voglia di sdrammatizzare un po’ la situazione», aggiunge Piergiorgio Vallotto. Tra gli avventori la sorpresa iniziale è stata notevole. «Come facciamo a bere un caffè veloce? Dobbiamo sederci per forza al tavolo?» commentava ieri qualcuno; altri rimpiangevano «l’aperitivo in piedi tutti insieme» . Qualcuno, sorridendo, ha accolto l’idea come «iniziativa simpatica», mentre il sindaco Cesare Mason ha commentato, senza nulla da ridere: «Sono orgoglioso dei miei cittadini. Non solo i gestori del “Toto bar”, ma anche in tutti gli altri bar di Piombino sono stati tolti gli sgabelli di fronte ai banconi. Le società sportive hanno sospeso tutte le attività, le palestre sono chiuse. Purtroppo bisogna prendere misure drastiche e cercare tutti di rispettarle. Altrimenti non servono a bloccare il contagio».
 
In questi giorni al bar “Toto” , soprannome con cui è conosciuto il titolare, l’affluenza si è ridotta, «non in modo consistente, tuttavia mancano le colazioni del mattino di chi accompagnava i figli a scuola, quelle prima o dopo la messa domenicale e i passaggi di autisti o agenti che magari non possono lavorare», precisa Vallotto. Lo spirito dentro il bar resta comunque positivo.
 
«Beviamoci uno spritz contro ogni virus», era l’invito ieri, tra i più gettonati nel locale. «Non bisogna scherzare o sottovalutare questa emergenza, ma nemmeno diffondere il panico», aggiunge il sindaco Cesare Mason. «Per superare questi momenti è fondamentale partire dal rispetto delle regole». Come si cerca di fare al bar di Torreselle, frazione di Piombino, uno dei pochi Comuni della zona, insieme a Camposampiero e Loreggia, che non ha ancora registrato casi di contagio da coronavirus. 
 

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