Coronavirus Veneto, guida all'estate al mare tra braccialetti e "distanziometro"

VENEZIA. Prenotazioni via app, corridoi di accesso all’acqua, ombrelloni distanziati di 7 metri l’uno dall’altro, divieto di stare sui pontili, capanne (dove ci sono) con rigidissimi (e sconosciuti finora) limiti al numero di utilizzatori, niente ombrelloni fai-da-te in riva al mare e asciugamani in spiaggia libera distanti 2 metri l'uno dall'altro.
Makkox - su “L’Espresso” - la dipinge come una marcia a tappe forzate: di certo, quest’estate la spiaggia non sarà il mare di sempre.

In attesa che Istituto superiore della Sanità e ministero diano le direttive definitive per l’apertura delle spiagge post-Coronavirus, gli imprenditori non stanno certo a guardare e gli stabilimenti si stanno organizzando, mettendo mano al metro per riorganizzare distanze e accessi.
Ecco una guida in cinque punti su come saranno (molto probabilmente) le nostre vacanze al mare, secondo le indicazioni dei sindaci del litorale e il documento che Unionmare Veneto - il sindacato degli operatori balneari, da Rosolina a Bibione, passando per Venezia e il Liotrale – ha già consegnato alla Regione, con le proposte per un’apertura a prova di coronavirus.

Non si potrà andare in spiaggia, mettendosi in macchina all’ultimo minuto.
L’indicazione già arrivata dai sindaci di Venezia e Jesolo – per ora attraverso dichiarazioni, non atti formali - è quella della prenotazione obbligatoria, anche per gli accessi alle spiagge libere, che saranno regolamentati. Certo non vale per chi prenoterà una capanna o un ombrellone con lettino per l’intera stagione: ma l’entrata sarà controllata.
Quale app verrà utilizzata non è ancora dato di sapere. Neppure se sarà regionale o varrà per un singolo comune. Né se tutti l'adotteranno. Jesolo viaggia su questa strada.
“L’idea di fondo è che si potrà andare al lido solo con una prenotazione, attraverso un’applicazione specifica per telefonini e computer che stiamo studiando”, ha spiegato da parte sua il sindaco di Jesolo, Valerio Zoggia, “che varrà sia per le zone in concessione sia per la spiaggia libera”. (Qui l'articolo)
Di buono (visto dal punto di vista del bagnante-cliente, non certo da quello dell’operatore balneare) ci sarà lo spazio, tra un ombrellone e l’altro: fino a 7 metri in alcuni stabilimenti del litorale veneziano.
Anche per le cabine-capanna: se permarrà il divieto di assembramenti, si dovrà andare – come si prepara a fare Venezia Spiagge al Lido – a un’alternanza: una capanna occupata e una no.
Di contro (per i bagnanti) ci sarà il numero chiuso all’interno di ogni cabina, finora ritrovo di intere famiglie e compagnie di amici: “Non più di 4-5 persone per ogni capanna per volta”, ha annunciato il sindaco di Venezia Brugnaro. Anche se si potranno ancora affittare in gruppo: bisognerà però organizzarsi, stabilendo il calendario delle presenze.
Gli operatori balneari veneti hanno già fatto sapere di essere pronti a dimezzare gli ombrelloni: solo per il consorzio jesolano (per avere un termine di riferimento) si tratta di 20 mila ombrelloni in meno. Il consorzio arenili di Caorle - per voce del presidente Francesco Perissinotto - annuncia la disponibilità a tagliare il 60% degli ombrelloni, mantenendo tra l’uno e l’altro una distanza di 7 metri. Nel documento di Unionmare si parla di piazzole di dimensione 4 metri per 4.
Anche gli operatori balneari di Sottomarina e Isola Verde, riuniti nelle sigle Gebis e Ascot, sono al lavoro sulla manutenzione: ma di certo non ci saranno le "cinta" in plexiglass attorno agli ombrelloni, che qualcuno aveva paventato: «Un puro esercizio di fantasia», spiega il presidente Giorgio Bellemo, «che però ci fa capire che dovremmo rivedere l’organizzazione delle nostre aziende. Attendiamo delle indicazioni dal Governo e dagli organismi sanitari, e poi ci adegueremo. Ovvio che, a prescindere, ci sarà un’alta considerazione dell’aspetto igienico, ci siamo già attivati con le ditte del settore per la sanificazione degli ambienti di lavoro e di apertura al pubblico, con frequenza, e per la formazione del personale. Stiamo pensando al plexiglass, ma non certamente in spiaggia, all’interno dei punti ristoro, come stiamo pensando a una diversa distribuzione delle aree gioco. Per gli ombrelloni abbiamo già una norma che prevede una distanza di 4x4 metri, ma ben vengano ipotesi ancora più elastiche. Dovremo anche pensare a un tetto massimo di persone per le cabine, anche se non sarà facile da far “digerire” agli stanziali

Sui vincoli per le spiagge libere e il lungo mare, le amministrazioni andranno ognuna per sé.
Il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro ha già annunciato la prossima firma di un’ordinanza che vieterà l’uso degli ombrelloni lungo il bagnasciuga di tutto il Lido di Venezia, ma ha previsto che ci si possa stendere con l’asciugamano, pur distanziati l’uno dall’altro (aveva annunciato due metri, ma visto il ridimensionamento della “distanza sociale” a un metro da parte del governo e della Regione, sarà questo il limite). Il suo collega di Jesolo, Valerio Zoggia, ha già detto che per quest’anno saranno – per la prima volta – chiusi i pontili.
Unionmare chiede la chiusura delle spiagge libere – per compensare gli oneri e i tagli alle imprese balneari – ma così non sarà: l’orientamento è prenotazione e distanziamento.
Di certo, non si potrà andare al mare “a caso”. Ci saranno dei corridoi d’ingresso verso l’arenile e l’acqua (anche per quanto riguarda le spiagge libere) e vie d’uscita. Il bagno si potrà ovviamente fare, ma l’occhio alla “distanza sociale” diventerà un refrein che continuerà ad accompagnanrci anche questa estate.
Le biglietterie degli stabilimenti – per gli ingressi giornalieri (che secondo le indicazioni di alcuni sindaci, dovranno essere prenotati online) – distribuiranno i braccialetti elettronici per l’accesso alle spiagge e ai servizi, che saranno sanificati quotidianamente, come l’intera struttura.
Di più c’è chi – come il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro – ha già annunciato che verrà anche presa la temperatura ai clienti dell’area ombrelloni di Venezia Spiagge al Blue Moon: chi superasse i 37,5° dovrà tornare a casa.
(con la collaborazione di Giovanni Cagnassi e Rosario Padovano)

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