Covid, il professor Basso ricoverato in gravi condizioni in Terapia Intensiva

PADOVA. Ore difficili per il professor Giuseppe Basso, ex direttore della Clinica oncoematologica pediatrica dell’Azienda Ospedale Università, ricoverato in Terapia Intensiva a causa del Covid.Il professor Basso, uno dei medici più noti e amati in Veneto, è intubato nella Rianimazione diretta dal professor Paolo Navalesi, le sue condizioni sono serie.
Settantatré anni compiuti un paio di settimane fa, il professor Basso è stato direttore dell’Unità operativa complessa della Clinica di Oncoematologica Pediatrica, da dove si è congedato tre anni fa restando tuttavia uno dei grandi sostenitori della nuova Pediatria.
Centinaia di farfalle bianche in ricordo dei ragazzi morti di tumore
Laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1974 all’Università di Padova, successivamente si è specializzato in Ematologia clinica e di laboratorio e in Clinica pediatrica.
È stato professore ordinario di Pediatria, presidente dell’Istituto di ricerca Città della Speranza, direttore del dipartimento Salus Pueri, nonché presidente del corso di laurea in Infermieristica pediatrica.
Padova. Adolescenza impavida, ritratti e storie di giovani donne che combattono il cancro
Suo malgrado divenne famoso a livello nazionale quando portò in tribunale i genitori di Eleonora Bottaro, la ragazza morta di leucemia a cui i genitori avevano negato la chemioterapia che avrebbe potuto salvarla.
Il caso Bottaro
Libera scelta della cura fino all’estrema decisione di rischiare la pelle? Oppure manipolazione di una giovane vita indotta a credere nelle posizioni antiscientifiche coltivate dai genitori? Ogni vicenda umana si può prestare a tante letture. E così anche la triste vicenda di Eleonora Bottaro, la studentessa di Bagnoli morta a 18 anni appena compiuti il 29 agosto 2016 per leucemia linfoblastica acuta, dopo aver rifiutato la chemioterapia quando era ancora minorenne.

A processo davanti alla Corte d’appello di Venezia il procuratore generale ha sollecitato la conferma della sentenza di primo grado, due anni a ciascuno dei genitori, il papà Lino Bottaro e la mamma Rita Benini (unica presente in aula), seguaci della Nuova Medicina del medico (radiato) tedesco Ryke Geerd Hamer. I due avrebbero «impedito la somministrazione di idonea terapia».
Opposta la richiesta del difensore, l’avvocato Raffaella Giacomin che ha chiesto il giudizio d’appello, reclamando l’assoluzione. Il legale ha focalizzato il tema del processo: non è il consenso informato quanto la libertà di scelta delle cure. E ha ricordato come nessuno può essere sottoposto a un trattamento contro la sua volontà, ribadendo che per legge, il paziente può rifiutare le cure e le informazioni sulla malattia. Poi ha insistito: nessun plagio, mamma e papà hanno solo protetto la figlia da pressioni esterne rammentando che Eleonora aveva scritto di aver subito in Oncoematologia una forma di «terrorismo psicologico».
Nel Natale 2015 la scoperta della malattia. Poi il rifiuto dei protocolli con la “fuga” in una clinica Svizzera a Bellinzona prima che il tribunale sospendesse la responsabilità genitoriale ai coniugi Bottaro. Nemmeno il tutore (il professor Pasolo Benciolini) riuscì a far cabbiare idea a Eleonora contraria alla chemio. La sentenza il 18 febbraio 2021. (Cristina Genesin)
***

BARON - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - BITONCI AD ONCOEMATOLOGIA. DOTT BASSO
Basso: «La tutela di una libertà non può andare oltre la vita»
«La tutela di una libertà non può andare oltre la vita». Parla così il professor Giuseppe Basso, direttore dell’Oncoematologia pediatrica dell’ospedale di Padova, il camice bianco dei bambini e ragazzi che si ammalano di cancro. Il medico ha avuto in cura Eleonora Bottaro nel 2016, quando la giovane e la sua famiglia hanno rifiutato la chemioterapia.
Professor Basso, hanno prosciolto i genitori di Eleonora perché non sussiste reato. Cosa ne pensa?
«Non sono stupito. Io non ho nulla contro i genitori di Eleonora Bottaro. Con lei ho sempre avuto un comportamento corretto, come avrebbe fatto chiunque altro».
In che senso?
«Ho cercato di curare una paziente che era affetta da una malattia guaribile. Questo però non mi è stato possibile, quindi mi sono subito impegnato a trovare una via alternativa. Ho tentato di superare la volontà espressa dai genitori rivolgendomi al Tribunale dei Minori. Poi la storia, purtroppo, la conoscono tutti. Ricordando tutto questo provo solo una profonda tristezza. I genitori di Eleonora hanno già sofferto abbastanza nella loro vita, hanno perso due figli e accanirsi ulteriormente mi sembra non opportuno».

MARIAN - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - INAUGURAZIONE TEEN ZONE.
Ritiene che ci siano state lacune a livello etico o legislativo?
«Tutto questo rientra nel concetto della patria potestà e della capacità del minore di decidere per se stesso. I ragazzi sono molto più maturi di quanto pensiamo, già prima della maggiore età. Molti anni fa ho seguito personalmente un progetto di legge che prevedeva l’abbassamento della “maggiore età” nel caso delle decisioni mediche. Iniziativa che poi non è andata a buon fine. Ma a questi livelli, in casi così complessi e delicati, una regola rigida non funziona. Serve una valutazione puntuale garantita da esperti: tecnici che siano in grado di dire se il paziente, minore o maggiorenne, è consapevole e cosciente di ciò che gli sta accadendo. Serve un team che dica chiaramente: “Questo ragazzo è in grado di fare delle scelte e quest’altro no”».
Quindi ogni singolo caso è a sé?
«Sì. Ho molti pazienti tra 17 e 18 anni, quindi della stessa età di Eleonora quando si è ammalata. Sono tutti ragazzi molto decisi e determinati a guarire perché la vita è una sola e se la vogliono giocare». Un team di esperti, dunque, potrebbe avere un ruolo importante a sostegno delle famiglie e dei ragazzi? «Le decisioni che oggi deputiamo al Tribunale dei Minori o altre istituzioni forse dovrebbero essere più rapide e concrete. C’è bisogno di un regolamento più semplice e veloce per poter trovare una soluzione. Non si può aspettare. La vita dovrebbe essere sempre garantita». (Elisa Fais)
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova
Leggi anche
Video