Da Re rilancia: «Mi ricandido alla segreteria della Liga»

«C’è ancora tanto lavoro  da fare, il Veneto sarà grande protagonista. Il primo obiettivo è l’autonomia, ma dobbiamo contare di più in Europa»

TREVISO. «C’è ancora tanto lavoro da fare. Per questo mi ricandido alla segreteria nazionale della Liga Veneta». Le elezioni si terranno nella primavera del 2019, ma Toni Da Re rompe gli indugi. L’attuale segretario del Carroccio veneto tranquillizza i militanti che da tempo gli chiedevano lumi sul suo futuro politico. Il sostegno della base elettorale c’è. «Sono sempre stato orgoglioso – rileva – della fiducia che mi è stata dimostrata. Porterò a termine l’incarico affidatomi dai militanti e mi ripresenterò tra un anno con lo stesso impegno e lo stesso entusiasmo».

Gli ultimi tre anni, del resto, sono stati all’insegna di successi politici. L’ultimo in ordine di tempo, rivendica lo stesso Da Re, è datato 4 marzo, giorno delle politiche: 32 parlamentari, 2 ministri, 2 sottosegretari e un presidente di Commissione in quota Lega. «Veneti che vanno a Roma non per fare su e giù ma per incidere e cambiare le sorti del Paese». Da Re dice di avere “progetti ambiziosi” per il futuro. Intanto, portare a casa l’autonomia: «La prima battaglia da vincere. E, con l’aiuto di Zaia e della ministra Stefani e con il sostegno di Salvini, ce la faremo». Poi le europee del 2019. «Puntiamo a portare un buon numero di parlamentari a Bruxelles – spiega Da Re – e insieme ai movimenti di altri paesi riscrivere le regole del gioco. Finora tutte le scelte economiche del nostro paese sono state penalizzate».

È la linea di Salvini, che strizza l’occhio ai paesi del gruppo di Visegrad. Con la nuova svolta nazionale del Carroccio c’è piena sintonia. «È così – continua – Io sono andato a Milano a proporlo alla segreteria federale». Smentita qualsiasi voce di attrito per il cambio di rotta. Anzi, «è stato un atto dovuto perché le regole del gioco si fanno a Roma». Ecco perché gli obiettivi, negli anni, sono cambiati. L’indipendenza del Veneto è stata sostituita con l’autonomia. E dopo “Lega” è scomparso il “Nord”. «Un passaggio generazionale – conclude Da Re – che ha portato un partito territoriale a diventare nazionale». —

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