Dal Baldo all'Alpago, quattro orsi a spasso in Veneto

BELLUNO. Dov’è finito «Madi»? L’orso col radiocollare, che passeggia lungo il lago di Santa Croce, nella bassa Bellunese, scende tra i colli trevigiani del Prosecco, si spinge fino a Conegliano (in periferia) e scruta una bambina giocare a palla nel cortile di casa, è scomparso. Da un mese non dà segni di vita.
L’ha ucciso un bracconiere, magari scambiandolo per «Gen 15», l’altro orso che fa le predazioni notturne tra gli ovini alpagoti? Gli ambientalisti di «Mountain Wildernes» e dell’Ecoisitituto, sollecitano le autorità preposte a indagare. O, più semplicemente, il collare ha le batterie scariche? O, ancora, l’animale è morto in una zona oscura, da dove i segnali non partono?
«Attendiamo un’evidenza, di giorno in giorno» risponde, ma senza troppo rassicurare, Sonia Calderola, che in Regione Veneto sa morte, vita e miracoli dei grandi predatori. «Ci auguriamo, comunque, che non gli sia successo niente di male. Certo è che quanto più il tempo passa, tanto più siamo preoccupati».
Sono quattro gli orsi che animano le terre alte del Veneto. Due si muovono a Nordest. Provengono dalla Slovenia, preferiscono compiere incursioni al confine tra le province di Pordenone e Belluno.
Nella mappa di Claudio Malfitano le ultime incursioni dell'orso sulle nostre Dolomiti
Madi ha lasciato l’altopiano del Cansiglio, è sceso nella periferia boscosa di Vittorio Veneto, ha risalito la Vallata di Revine e Cison, dove ha attraversato tranquillamente la trafficata strada provinciale, con le guardie che gli hanno bloccato il traffico per non infastidirlo, si è inoltrato attraverso i vigneti di Prosecco raggiungendo Conegliano, dove ha bivaccato due notti – lo racconta Stefano Filacorda, dell’Università di Udine, che ha seguito i suoi percorsi - a pochi decine di metri da una casa con cortile dove ha osservato dei bambini a giocare alla palla. Lo hanno allontanato le guardie provinciali, sottraendogli il mangime che rubava ai cinghiali.
«Per l’uomo non è pericoloso? La sua presenza gli dà fastidio». Madi, però, dopo essere ritornato in Cansiglio e, successivamente, in Alpago ha fatto perdere le sue tracce. Il radiocollare, applicatogli quand’è stato catturato in Friuli tra il 20 ed il 21 maggio 2013, ha smesso di trasmettere. Ha fatto 3 mila localizzazioni, ne poteva dare 6 mila.
Un'impronta di un orso nei dintorni di Cison di Valmarino: è di Madi?
Gen 15 invece non è pacifico come «Madi». Si è subito fatto notare per voracità. Un anno fa si è abbuffato delle prime pecore intercettate a Chies d’Alpago, in maggio dopo lo svernamento si è rifatto vivo nella stessa zona, e si è rimpinguato di altri ovini. La scorsa settimana si è accomodato in un gregge, sopra Col Indes, in comune di Tambre, ha atteso la notte ed ha divorato 5 bestie.
Bisogna volare dall’altra parte del Veneto, tra il monte Baldo, nel Veronese, e l’altopiano di Asiago, nel Vicentino, per incrociare i grandi predatori che sbucano dall’autonomia del Trentino, che li alleva nei dintorni del monte Adamello. Ce ne sono due sconfinati e nessuno ha il radiocollare.
M4 ha soggiornato dalle parti del monte Baldo e si è quindi trasferito sull’altopiano dei 7 Comuni. È un maschio di circa 3 anni, pesa intorno al quintale e mezzo. Non si accontenta degli animali inermi, come sono appunto i capi ovini. Azzanna e uccide le vacche al pascolo, meglio ancora se trova freschi vitelloni. Ben 7 le predazioni, in una quindicina di giorni, è il conteggio di Calderola. Ecco una foto dell'orso scattata dalla videotrappola nel punto in cui ha ucciso una mucca.
Si muove tra Enego e Vezzena, quindi attraversa tutto l’Altopiano. La Forestale lo ha anche ripreso con la telecamera, perché talvolta ritorna sui propri passi, magari per concludere il pasto, come è accaduto in località Galmarara. Al confine col Trentino, l’altra notte ha strappato le mammelle ad una mucca.
Ma poco distante fa capolino un secondo orso, non ancora identificato, anche se è stato il più fotografato e filmato. A fine maggio, vicino al rifugio Telegrafo, ha avuto un incontro ravvicinato con Stefano Cervati.
L’animale ha incrociato un escursionista impegnato in una camminata con racchette da trekking. Ha rallentato la sua corsa, sembrava che volesse annusare l’uomo, e poi ha continuato a correre sulla poca neve ancora presente.
Un’area, quella veronese, in cui fanno la loro parte anche i lupi, tanto che gli amministratori locali hanno vivacemente protestato.
Ma il ministero dell’ambiente, come ha comunicato l’assessore alla caccia Daniele Stival, ha fatto sapere che non vi sono ragioni per la loro delocalizzazione.
Per contro il ministero dell’agricoltura ha trasferito in Alpago gli ultimi 5 yack di cui disponeva. Malga Cate, in comune di Chies d’Alpago, ne ospita già una quarantina, i primi donati dall’allora ministro Luca Zaia.
Quasi tutti gli orsi che scorrazzano per il Venrto vengono dal Trentino. Furono reintrodotti a partire dalla fine degli anni Novanta, per volere della Provincia autonoma di Trento, all'epoca guidata dal partito autonomista. Prelevati in Slovenia e reintrodotti sul Brenta. Per chi fosse interessato ad approfondire, ecco una breve storia del progetto Life Ursus.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova