Dalla Legione Brenno di Carpi ai Casalesi

Il camionista padovano viene intercettato a Firenze mentre prende contatto con un somalo

VENEZIA. Tutto ha inizio quando la Guardia di Finanza di Napoli segnala ai colleghi del Gico di Venezia che un camionista padovano, tale Giancarlo Carpi, ha collegamenti con il clan camorristico dei Casalesi. Seguendo la pista della camorra i militari guidati dal tenente colonnello Amos Bollis scoprono che Carpi è tornato ad una sua vecchia passione: il traffico internazionale di armi e si sta mettendo in affari con una coppia napoletana che già lavora esportando armi da guerra a paesi sottoposti a embargo. I militari, che seguivano Carpi, lo intercettano a Firenze mentre prende contatti con due persone nei pressi della stazione ferroviaria. Dal bar al ristorante, l'incontro va per le lunghe. Si direbbe una trattativa che insospettisce. Uno dei tre è somalo. Viene identificato come un personaggio con notevoli disponibilità economiche. Sta cercando addestratori per un gruppo di contractors già reclutati nell'area. Il punto di convergenza dovrebbero essere le Seychelles.

L’indagine ha un suo primo step con le prime perquisizioni. Due i veneti “visitati” dai finanzieri. C’è appunto il padovano Giancarlo Carpi, uno di quelli della Legione Brenno, gruppo paramilitare che negli anni Novanta trafficava con le armi nella ex Jugoslavia e addestrava i contractors e il veronese Bruno Scapini, fino al 2013 ambasciatore italiano in Armenia. Nell'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, si ipotizza l'associazione finalizzata al traffico internazionale di armi e al reclutamento di mercenari. Nell’inchiesta finisce un altro veneto, che non è stato perquisito e non è indagato. Si tratta del sandonatese Aldo Pavan, socio di un imprenditore toscano finito invece nella lista dei perquisiti. Pavan con il traffico di armi ha lunga dimestichezza. Il 5 maggio del 1984, venne bloccato all'aeroporto di Bangkok con quattro chili di eroina nella valigia, una circostanza che gli costò una condanna a venti anni di carcere nel paese orientale, si difese riferendo alle autorità thailandese che quella droga non era sua, che concorrenti invidiosi del suo successo nella conquista dei mercati orientali delle armi gli avevano teso una trappola. L’ambiente culturale di Carpi è l’estrema destra, ma ha contatti anche con la mala del Brenta. Succede quando va dentro e fuori dal carcere. L’estremismo di destra lo porta ad organizzare la Legione Brenno. Tre militanti della quale avevano sparato a tre poliziotti la notte del 3 settembre 1995 a Marghera, ferendone due, Mirko Schio e Silvio Busato. Il gruppo era specializzato in traffico d'armi con l’ex Jugoslavia e la sera della sparatoria trasportavano in auto due pistole, una Skorpion, un Uzi, tre kalashikov tre granate e del plastico. (c.m.)

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