Dall’avventura in auto al tunnel dell’angoscia Più di un anno tra ipotesi e silenzi

A novembre 2018 la partenza per il Togo a bordo di una Renault Scenic Gli ultimi incontri, la pista del sequestro e quel rapporto della Ong 

la storia



È il 20 novembre del 2018 quando due ragazzi, con tutta la spensieratezza dei loro anni unita alla gran voglia di viaggiare, partono alla volta del Togo. Sono Luca Tacchetto, 30 anni, architetto di Vigonza e figlio dell’ex sindaco Nunzio Tacchetto, e l’amica canadese Edith Blais, 34 anni. L’obiettivo è quello di arrivare a bordo di una Renault Scenic blu nella sede dell’associazione di volontariato Zion’Gaia, che si trova appunto in Togo. Nonostante le raccomandazioni dei genitori e di quanti gli hanno ripetuto mille volte loro che quel viaggio affrontato da soli, in auto, poteva essere pericoloso, carichi di entusiasmo sono partiti lo stesso.

Un viaggio lungo, che li porta a toccare Francia, Spagna, Marocco, Mauritania, Mali e Burkina Faso. Ed è proprio in quest’ultimo paese africano che il loro percorso subisce un improvviso arresto. Di Luca ed Edith si perdono le tracce. Scompaiono.

Ma andiamo con ordine. Il 15 dicembre 2018 i due giovani raggiungono la città di Bobo-Dioulasso, nel Burkina Faso. Hanno trascorso qualche giorno nel deserto del Mali, dove hanno fatto la conoscenza di Robert Guilloteau, un francese sulla sessantina, che insieme alla moglie li invita a fermarsi nella loro casa in Burkina. Ed è proprio con Robert e la moglie che i ragazzi cenano la sera prima di scomparire. Un video, inviato da Luca al padre Nunzio, li riprende mentre assistono a un piccolo concerto all’interno di un ristorante di Bobo. Edith posta diverse foto del viaggio su Fb e le inserisce in un album che chiama “Africa”. La mattina seguente, secondo ciò che ha sempre sostenuto il francese, i due giovani si alzano molto presto e partono alla volta di Ouagadougou. «Avevano intenzione di vendere la macchina», aveva raccontato Robert Guilloteau. «Mi sembra strano perché volevano arrivare in auto in Togo proprio per regalarla all’associazione», ribatteva pieno d’angoscia il padre Nunzio Tacchetto. Fatto sta che i due spariscono nel nulla. I telefoni risultano spenti. Nessuno dei due contatta più la famiglia.

Con il passare dei giorni l’angoscia aumenta in Italia e in Canada, finché il 5 gennaio del 2019 viene lanciato ufficialmente l’allarme. I media del Burkina Faso da subito ipotizzano un sequestro. Non è la prima volta che nel paese africano bande di terroristi sequestrano stranieri a scopo di riscatto. La tensione sale. Il 7 gennaio Nunzio Tacchetto, che insieme alla moglie a agli altri figli non si dà pace, lancia un appello alla trasmissione di Raitre “Chi l’ha visto?”. Ma nulla. Tutto tace. Il 18 gennaio il primo ministro del Canada, Justin Trudeau, afferma: «Mi è sempre stato detto che Edith è viva». Purtroppo però l’affermazione non sembra trovare riscontri concreti. Nessuno si è fatto vivo per dire che ha in ostaggio i due ragazzi e con il passare del tempo prende forma sempre più l’ipotesi più tragica, e cioè che i due siano morti. C’è da dire però che nonostante le ricerche in tutti gli ospedali e le strutture sanitarie del Burkina, del Mali e del Togo, non si c’è traccia di Luca ed Edith. L’ipotesi incidente non regge. Quella del sequestro rimane invece la pista più attendibile. E infatti il 19 gennaio la Procura della Repubblica di Roma apre un fascicolo d’indagine: si procede per il reato di sequestro di persona a scopo di terrorismo. Passano i mesi e si arriva a marzo senza grandi novità. Alla fine del mese però, il 30 marzo, un rapporto dell’Ong Human Right Watch afferma che «i due giovani sono stati rapiti e portati nel Mali». Le speranze si riaccendono. Forse chi sta lavorando al caso ha in mano degli elementi che non vengono resi pubblici ma che sembra conducano a una certezza: Luca ed Edith sono ancora vivi. Il 30 settembre, il ministro degli Esteri del Canada, Chrystia Freeland, ne dà ufficialmente la conferma: «Ci sono informazioni riservate che non possiamo condividere». E si arriva con un salto di quasi altri sei mesi alla giornata di ieri, alla notizia che tutti attendevano. Luca ed Edith non solo sono vivi ma sono riusciti a fuggire dai loro sequestratori e sono pronti per tornare a casa. —

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