Di Maio va all’attacco di Zoppas: "Concessioni vergognose"

VENEZIA. Se il ministro Erika Stefani e il governatore Luca Zaia, sabato, hanno stappato una bottiglia di Prosecco per brindare all’ endorsement alla Lega del presidente di Confindustria Vincenzo Boccia, il giorno dopo il ministro Luigi Di Maio ha presentato il conto a Matteo Zoppas: il leader veneto è nel mirino del M5S per le «concessioni vergognose» dell’azienda di acque minerali, la San Benedetto di Scorzé. Lette le agenzie, il manager che siede nel cda dell’azienda gestita dallo zio Enrico, ribatte con un secco «No comment. Non rilascio alcuna dichiarazione in merito al tema». In sua difesa è sceso in campo Vincenzo Boccia, che si è rivolto al premier Conte: «Questo governo intende accettare critiche senza attaccare ad personam chi le fa? È possibile che un ministro possa fare questo?».

In realtà il primo tempo del match si è giocato a settembre, quando i presidenti Zoppas, Finco e Piovesana hanno criticato il “decreto dignità lavoro” del vicepremier Di Maio, con un documento spedito prima a Zaia e poi al sottosegretario Giorgetti. «Così non va bene, siamo pronti a scendere in piazza» hanno detto gli industriali recuperando lo spirito battagliero di Tognana e Vardanega. A farsi interprete della protesta è stata in primis Forza Italia, che con Renato Brunetta e Antonio Tajani ha incontrato Zoppas e lo stato maggiori di Confindustria a Mestre. Tanto dinamismo ha indispettito il M5S, sceso in campo con il deputato padovano Raphael Raduzzi, che ha scoperto le carte delle concessioni alla San Benedetto, rilasciate dalla Regione Veneto.
La tregua è durata un mese, ma sabato scorso, nell’assise di Confindustria Vicenza, il leader nazionale Boccia ha riaperto la ferita: «Noi in questo governo crediamo fortemente nella Lega, è una componente importante. Qui non si tratta di regionalità ma di risposte vere ai cittadini». Ieri Boccia ha corretto il tiro, dopo le critiche dell’ex ministro Carlo Calenda: «Il punto è spiegar se lo sfioramento del deficit/pil comporta più crescita e più occupazione. Se è così, caro governo, spiegatelo. Se non è così correte ai ripari e modificate la vostra linea di azione». E al premier Conte ha chiesto: «Questo governo intende rispettare le rappresentanze sociali? Intende accettare critiche senza attaccare ad personam chi le fa? È possibile che un ministro possa fare questo?».
Il riferimento è a Luigi Di Maio che contro il presidente di Confindustria Veneto, Matteo Zoppas, ha accennato alla sua azienda nel settore dell’acqua minerale parlando di «concessioni vergognose su cui il governo interverrà con la legge di Bilancio». «La questione non riguarda solo la San Benedetto, ma tutte le aziende che imbottigliano la minerale», ribatte il deputato padovano dei 5 Stelle Raphael Raduzzi. «Stiamo parlando di valori irrisori, dai calcoli del Mef risulta che il canone di concessione incide mediamente per lo 0,79% dei costi e quindi credo che Di Maio intenda introdurre una tariffa minima su base nazionale. Inoltre, con un fatturato annuo del settore delle acque minerali stimato in 2,7 miliardi di euro, nel 2015 i produttori hanno pagato, per i canoni di concessione mineraria e di imbottigliamento, appena lo 0,68% del fatturato. Assumendo l’applicazione omogenea in tutte le regioni delle linee guida nazionali, tale rapporto sarebbe salito all’1,73%». Ma la polemica non si placa e Boccia puntualizza: «Se vogliamo vivere in una società liberale non si può ogni volta che si fa una critica lanciare messaggi di questo tipo: vale per noi, vale per i giornalisti e per i giornali, vale per tutti. Penso che sia un elemento che irrita molto. Parlo di rispetto. Smettiamola con questi messaggi che non hanno alcun senso, che non aiutano».
Sulla Lega «nessun endorsement anzi una provocazione per dire: non è che fate i verdi in Veneto e i gialloverdi a Roma? Tutti dicono, a partire da Di Maio e Salvini, di voler essere vicini alle imprese però poi vediamo delle incoerenze. Sulla manovra non ci può essere un giudizio se il governo non spiega quante risorse prevede per la crescita e l'occupazione e dove trova le risorse».—
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