Disabile per il parto, maxi risarcimento
rovigo
Se ci può essere un risarcimento per una bambina che - hanno accertato i giudici penali - è disabile al 100% a causa degli errori durante il parto, questo è stato quantificato in 5,1 milioni di euro. La somma, immediatamente esecutiva, dovrà essere versata dall’azienda sanitaria 5 Polesana in solido con le ginecologhe Dina Paola Cisotto e Cristina Dibello (ciascuno con la propria assicurazione) alla piccola Eleonora Gavazzeni, che a dicembre compirà 10 anni, e alla mamma Benedetta Carminati. «È il risarcimento più alto mai elargito da un giudice civile in Italia per casi analoghi», esulta l’avvocato Mario Cicchetti, che ha seguito la famiglia anche sul fronte penale, dove in Appello è stata riconosciuta la responsabilità penale delle ginecologhe, pur essendo il reato prescritto. La Corte aveva disposto anche una provvisionale di 250mila euro a favore del papà di Eleonora, Davide Gavazzeni, che è stata già liquidata.
La sentenza della giudice del tribunale civile di Rovigo Pierangela Congiu è stata pubblicata ieri. Nelle 33 pagine del dispositivo viene ricostruito il parto drammatico di Benedetta Carminati, il 3 dicembre 2008 all’ospedale di Rovigo. «Si ritene altamente probabile che la maggiore gravità delle lesioni della piccola Eleonora sia riconducibile proprio al ritardo relativo all’ultima fase, posto che anche alcuni minuti, in una condizione seriamente patologica, possono essere determinanti dell’aggravamento delle lesioni rispetto a quelle che avrebbero potuto prodursi se l’intervento fosse stato tempestivo». «Censurabili» - lo stesso termine era stato usato dai giudici d’Appello nelle motivazioni - le condotte dei due medici nella gestione del travaglio e del parto. La giudice rileva anche una diretta responsabilità dell’Usl «per carenze organizzative e strutturali, con particolare riferimento alla gestione della sala operatoria che si reputa assolutamente inadeguata a garantire l’incolumità delle persone». Viene evidenziato come all’epoca non fosse previsto all’ospedale di Rovigo il funzionamento costante di una sala operatoria dopo le 20. Proprio questa organizzazione aveva causato un ritardo nella fase finale del parto, quando la dottoressa Cisotto aveva deciso di procedere con il cesareo.
Quanto alla quantificazione del risarcimento, alla piccola Eleonora vengono riconosciuti quasi 4,7 milioni tenuto conto dell’età, della sofferenza patita, «della devastante incidenza negativa delle lesioni su ogni aspetto della vita e per tutta la vita», dell’assistenza quotidiana necessaria, della perdita della capacità lavorativa. La giudice ha disposto il pagamento da parte dell’Usl e delle ginecologhe di 402mila euro alla mamma della bambina «che per tutta la vita dovrà sopportare, oltre al peso delle evidenti difficoltà pratiche e organizzative legate alla gestione della malattia, anche quello derivante dalla profonda sofferenza che scaturisce dalla consapevolezza che il proprio figlio resterà per sempre menomato nel fisico e nella psiche e non avrà mai una vita normale». Per questo, ai fini della liquidazione del danno, sono stati usati i parametri per i prossimi congiunti di una persona deceduta. Respinta invece la richiesta di risarcimento per i nonni.
I genitori hanno accolto la notizia della sentenza in lacrime. Ma la battaglia non è finita. Usl e medici potranno impugnare la sentenza. A breve, poi, partirà la causa civile per il risarcimento del papà di Eleonora. —
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