Don Silvio "recidivo" nei conti in rosso
Aveva chiesto prestiti anche quando era parroco della Santissima Trinità

don Silvio Cauduro
PONTECORVO.
«Il lupo perde il pelo ma non il vizio». Il proverbio sembra prestarsi alla storia di don Silvio Caoduro, il parroco "uscente" di San Prosdocimo che deve ai fedeli 80 mila euro. Tant'è. C'erano stati problemi di bilancio anche alla Santissima Trinità, la precedente parrocchia del sacerdote. Allora il "buco" fu sanato dalla Diocesi che ora assicura la restituzione di tutto il denaro anche ai creditori di Pontecorvo, purché don Silvio si decida a fare i loro nomi.
Viceversa, l'interessato mantiene una discrezione che sfiora il mutismo. I debiti alla Santissima Trinità risalgono a una decina d'anni fa: per un periodo don Silvio ha rigato dritto, poi però sembra esserci ricascato. E dopo i prelievi ingiustificati dal budget della precedente parrocchia, torna nei guai per i conti che tornano nei fondi destinati alla carità.
La Curia commenta: «C'erano le condizioni perché non si ripetesse la situazione della Santissima Trinità. Le motivazioni di don Silvio, comunque, erano estremamente positive». E precisa: «Don Silvio non è stato sospeso, ha dato le dimissioni. Vista l'età avanzata, si può parlare di pensionamento». Eccesso di generosità nell'assistere i poveri? Forse, ma alcuni parrocchiani si sentono traditi e criticano anche la Diocesi: «Avrebbe dovuto avvertirci di quello che era successo alla Santissima Trinità, avremmo fatto più attenzione». I sospetti, a Pontecorvo, si sono diffusi solo quando i debiti ammontavano ad una cifra consistente.
Adesso qualche nome si sussurra in chiesa e alcuni dei creditori non si fanno più vedere. Per lo più persone anziane, imbarazzate dal non aver capito che la situazione era sfuggita di mano al loro parroco. Don Silvio chideva sui mille euro e raccomandava di non farne parola in famiglia. Una signora over 80 racconta: «Ha promesso che me li avrebbe restituiti entro tre giorni, poi sono diventati tre mesi. Allora ho minacciato di avvertire le Curia e mi ha ridato tutto». Un'altra signora, del Consiglio parrocchiale, ricorda: «Una sera è arrivato uno straniero che voleva parlare con don Silvio. E lui si è agitato tantissimo, sembrava ne avesse paura». Ricatto? «Un professore dell'ospedale ha domandato più volte a don Silvio se era vittima di ricatto o di una donna, ma lui è sempre rimasto muto. Quel che è certo è che era molto generoso, ogni giorno una ventina di persone bussavano alla sua porta».
Continua il periodo nero della Chiesa padovana. Dopo la «bufera» don Sante Sguotti, il prete-papà, e il caso di don Armando Rizzioli, l'anziano sacerdote che ha patteggiato 8 mesi per atti osceni in luogo pubblico e corruzione di minore, ecco il parroco che chiede soldi in prestito e non li restituisce. Qual è la vostra opinione?
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