Dopo la lettera di minacce Rosanna Conte sotto vigilanza



Un primo programma di protezione per l’europarlamentare Rosanna Conte è stato messo in atto dai carabinieri. È iniziata già da lunedì la vigilanza di dove vive. Questo dopo le minacce arrivate in una lettera con l’immagine di un proiettile. Intanto le indagini sono state affidate ai carabinieri della Compagnia di Portogruaro e del Nucleo Investigativo di Mestre e sono coordinate dalla Procura di Pordenone. Per il momento è stato aperto un fascicolo contro ignoti con l’ipotesi di reato di minacce. La busta e il foglio contenuto sono stati inviati ai Ris per la ricerca di eventuali impronte o tracce che possano portare all’eventuale estensore delle minacce.

In attesa degli sviluppi delle indagini sulla lettera di minacce arrivata all’eurodeputato della Lega, dopo la sua richiesta pubblica al sindaco Luciano Striuli di fare chiarezza sulle possibili infiltrazioni camorristiche a Caorle, è iniziato l’iter per garantire la sicurezza di Conte. Se la vigilanza è il primo step, ora l’Ufficio Provinciale di Sicurezza che si riunisce in Prefettura stilerà una relazione sull’accaduto e su quanto sta emergendo dalle indagini. È composto da un funzionario della Prefettura e da i rappresentanti delle forze di polizia presenti sul territorio; carabinieri, guardia di finanza e polizia di stato. L’ufficio in queste ore sta terminando la relazione che sarà quindi inviata alla Riunione Tecnica di Coordinamento. È l’organo che dovrà decidere e proporre al Prefetto la misura adeguata di protezione dell’onorevole. È composta dallo stesso Prefetto e dai vertici delle tre forze di polizia. Ma non è finita perché l’ultima parola spetta al Ministero dell’Inrerno che valuterà la proposta del Prefetto. Il passo successivo alla vigilanza è la tutela che ha vari gradi e può prevedere anche la scorta della persona minacciata.

Ieri è intervenuto anche il Presidente della Commissione Antimafia Nicola Morra. «Le minacce a Rosanna Conte sono da condannare ed esprimo la mia vicinanza alla collega europarlamentare. Da quando la commissione Antimafia ha svolto la sua missione ufficiale in Veneto ho avvertito segnali che qualcosa si sta muovendo nella società civile - ha sottolineato Morra -. Sono sicuro che le forze dell’ordine e la magistratura sapranno individuare i responsabili, ma comunque rimane imprescindibile tenere alta l’attenzione. Parlare di mafie in Veneto è qualcosa di scomodo per qualcuno ma non per la maggioranza dei cittadini che devono fare fronte comune contro queste intimidazioni e impedire che il cancro mafioso diventi mortale». —



Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova