Due scalatori padovani muoiono sul Sass Maor

Tragedia nel gruppo delle Pale di San Martino, forse provocata da una violenta scarica di sassi dalla cima. Cordoglio nel Soccorso alpino

TRENTO. Due scalatori veneti sono precipitati mentre scalavano il Sass Maor, in Trentino. La tragedia è avvenuta venerdì. Un elicottero del soccorso alpino aveva ha sorvolato la zona dopo che una scarica di sassi si era staccata dalla parete del Sass Maor, montagna del Gruppo delle Pale di San Martino.

Durante il sorvolo degli uomini del 118 però non erano state avvistate vittime. A dare l'allarme erano stati alcuni scalatori che si trovavano in zona e che avevano assistito alla frana. Le vittime sono Michele Chinello, 51 anni, di Monselice, e  Carlo Gomiero, 30 anni, di Villafranca Padovana.

I corpi dei due alpinisti, che stavano effettuando la scalata della via Scalet-Biasin,sono stati trovati stamattina verso le otto. Già venerdì erano state segnalate scariche di sassi sospette e si era parlato di possibili persone coinvolte ma le ricerche svolte anche con l'ausilio di un Elicottero avevano dato esito negativo.



In serata, poi, il gestore del rifugio Velo della Madonna aveva segnalato il mancato rientro dei due, e così oggi all'alba sono iniziate le ricerche.

Chinello  apparteneva al Soccorso alpino di Padova, era infermiere al SUEM e fino allo scorso anno - scrive lo stesso Soccorso alpino CNSAS sulla sua pagina facebook - aveva turnato come tecnico di elisoccorso nella base di Verona emergenza.

"Non vorremo mai scrivere queste righe - si legge sul sito Cnsas - Ci stringiamo al dolore di sua moglie e dei suoi parenti. Porgiamo le condoglianze ai familiari del suo amico".

La via Scalet-Biasin ha uno sviluppo di 600 metri ed è considerata di grado VII/A1. Il tempo medio di salita è superiore alle dieci ore, ha un'esposizione a sud-est, prevede una serie di nut e di friend fino al n°3 BD, martello e qualche chiodo, una staffa. Soste attrezzate su clessidre o chiodi, alcune da rinforzare. Sui tiri presenti chiodi, ma pochi (tranne gli ultimi tiri in artificiale).

La scheda presente sul sito Scuola Guido Della Torre conclude la parte relativa all'attrezzatura con una considerazione raggelante: "Zone difficili da proteggere".

 

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