Effetto Omicron, in Veneto record di contagi Covid: sono 1287 su 100 mila abitanti
Ecco i dati della fondazione Gimbe. Sopra soglia di saturazione i posti letto in area medica (18%) e in terapia intensiva (17%) occupati da pazienti Covid. In incremento del 18 per cento i nuovi casi rispetto alla settimana precedente

La settimana 15-21 dicembre ha visto in Veneto un boom degli attuali positivi al Covid, saliti a 1.287 per 100.000 abitanti.
Lo afferma l'analisi della Fondazione Gimbe. Si è inoltre evidenziato un aumento dei nuovi casi (18,1%) rispetto alla settimana precedente. Sopra soglia di saturazione i posti letto in area medica (18%) e in terapia intensiva (17%) occupati da pazienti Covid. Quanto alla campagna di immunizzazione,Gimbe rileva che la popolazione che ha completato il ciclo vaccinale è pari 77% (media Italia 77,9%) a cui va aggiunto un ulteriore 3,1% (media Italia 3,1%) solo con prima dose; il tasso di copertura vaccinale con terza dose è del 54,9% (media Italia 51,2%).
L’INCIDENZA DEI NUOVI CASI
«Da oltre due mesi – dichiara Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione GIMBE – si assiste ad un aumento dei nuovi casi, che nelle ultime due settimane ha subìto una forte accelerazione. La media mobile a 7 giorni dei nuovi casi è passata da 15.521 dell’8 dicembre a 25.322 il 21 dicembre (+63,2%), un’impennata favorita anche dalla rapida e progressiva diffusione della variante omicron nel nostro Paese, ampiamente sottostimata da un sequenziamento insufficiente».
Il rapporto positivi/persone testate ha raggiunto il 28,1%, quello positivi/tamponi molecolari il 10,5% e quello positivi/tamponi antigenici rapidi l’1,2%.
Nella settimana 15-21 dicembre 2021 in tutte le Regioni, eccetto la Provincia Autonoma di Bolzano, si rileva un incremento percentuale dei nuovi casi: dal 12,4% del Friuli-Venezia Giulia al 86,3% dell’Umbria.

In 54 Province l’incidenza supera i 250 casi per 100.000 abitanti: Imperia (861), Treviso (714), Vicenza (597), Venezia (556), Trieste (556), Padova (542), Rimini (518), Verona 451), Milano (450), Reggio nell'Emilia (438), Bolzano (433), Forlì-Cesena (424), Lodi (421), Monza e della Brianza (412), Varese (411), Pordenone (405), Savona (387), Verbano-Cusio-Ossola (386), Ravenna (385), Torino (370), Biella (370), Rovigo (356), Ancona (353), Aosta (353), Bologna (351), Gorizia (348), Pavia (339), Fermo (338), Reggio di Calabria (333), Como (333), Asti (330), Belluno (326), Mantova (322), Cuneo (318), Udine (315), Trento (314), La Spezia (312), Ferrara (306), Modena (304), Caltanissetta (302), Novara (298), Latina (292), Livorno (291), Genova (285), Pistoia (280), Messina (280), Brescia (280), Roma (276), Cremona (268), Napoli (268), Grosseto (264), Sondrio (264), Macerata (257) e Arezzo (254
GLI OSPEDALI
«Sul fronte ospedaliero – afferma Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari della Fondazione GIMBE – aumentano ancora i posti letto occupati da pazienti COVID: rispetto alla settimana precedente +17% in area medica e +17,3% in terapia intensiva».

A livello nazionale, al 21 dicembre, il tasso di occupazione da parte di pazienti COVID è del 13,4% in area medica e dell’11,1% in area critica, con notevoli differenze regionali: la Provincia Autonoma di Trento supera la soglia del 15% in area medica (19,1%) e del 20% in area critica (27,8%); le soglie del 15% per l’area medica e del 10% per l’area critica risultano entrambe superate in Calabria (23,2% area medica e 12,4% area critica), Friuli-Venezia Giulia (23,4% area medica e 16,6% area critica), Liguria (22,9% area medica e 14,2% area critica), Marche (18,2% area medica e 15,6% area critica), Provincia Autonoma di Bolzano (18% area medica e 19% area critica) e Veneto (17,6% area medica e 16,5% area critica).
Inoltre, per l’area medica si colloca sopra la soglia del 15% la Valle D’Aosta (23,2%), mentre per l’area critica superano la soglia del 10% Abruzzo (10,5%), Emilia-Romagna (12%), Lazio (13,6%), Lombardia (10,5%), Piemonte (10,2%), Toscana (10,7%) e Umbria (10,5%)
VARIANTE OMICRON
«L’impennata della curva dei contagi, la lenta e progressiva congestione degli ospedali, l’incertezza sulla reale prevalenza della variante omicron nel nostro Paese, i dati preliminari sulla sua maggiore contagiosità e le incognite sulla protezione vaccinale – conclude Cartabellotta – aprono scenari che impongono scelte politiche tempestive e rigorose, perché i vaccini da soli potrebbero non essere sufficienti a contrastare l’avanzata della variante, come già ribadito dall’ECDC e dall’OMS».

A fronte di un quadro epidemiologico in rapida evoluzione e sulla base delle evidenze scientifiche disponibili, la Fondazione GIMBE invita il Governo a considerare le seguenti proposte per contenere la quarta ondata:
•Vaccini
Introdurre immediatamente l’obbligo vaccinale per tutte le categorie di lavoratori a contatto con il pubblico e nel medio periodo per tutta la popolazione
Accelerare la somministrazione delle terze dosi e le vaccinazioni nella fascia 5-11 anni
Ridurre le tempistiche di somministrazione della dose booster (a 3-4 mesi dal completamento del ciclo vaccinale), innanzitutto per anziani e fragili
Attuare strategie di provata efficacia per contrastare l’esitazione vaccinale, in particolare per gli over 50 a rischio elevato di malattia grave e per la fascia 12-19 al fine di ridurre la circolazione del virus nelle scuole
•Mascherine
Istituire l’obbligo di mascherina FFP2 nei luoghi pubblici al chiuso e sui mezzi di trasporto
•Green pass
Allineare la validità del green pass rafforzato ai tempi stabiliti per la somministrazione della dose di richiamo
Estendere l’obbligo del green pass base ai luoghi di ritrovo dove al momento non è richiesto (es. centri commerciali, luoghi di culto)
•Altri interventi
Ridurre la capienza massima dei luoghi di aggregazione (es. discoteche, stadi, cinema, teatri)
Vietare lo svolgimento di grandi eventi pubblici per il Capodanno
Incentivare lo smartworking
Emanare norme per una corretta areazione e ventilazione nei locali scolastici e nei luoghi aperti al pubblico
Il monitoraggi
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