Entra in chiesa e spacca il crocifisso

Venezia, marocchino denunciato per danneggiamento dopo la colluttazione con il sacrestano

VENEZIA. C’è un braccio che penzola dal crocifisso della chiesa di San Geremia a Venezia. Il palmo resta attaccato alla croce grazie al chiodo, ma il braccio è staccato dal resto del corpo. Un’immagine violenta, di forte impatto, frutto di una colluttazione tra un giovane nordafricano e il sacrestano della chiesa, aiutato da alcuni turisti nel tentativo di bloccare il ragazzo prima dell’arrivo dei carabinieri e della successiva denuncia per danneggiamento.

Sono le 10.30 di martedì 12 luglio quando un 24enne originario di Casablanca con permesso di soggiorno in Francia, entra in chiesa. Indossa un cappello, con sé alcuni borsoni, una chitarra e del cibo che appoggia sull’ultima panca. Qui si siede: rimane così per oltre 15 minuti. Osserva i fedeli, i turisti, gli altari, i dipinti, le statue, i crocifissi.

«Mi trovavo sull’altare maggiore» spiega Sandro Trevisan, 69enne sacrestano, residente alla Giudecca «stavo pulendo. Lavoravo e lo seguivo con lo sguardo. Non mi sono avvicinato per allontanarlo. Inizialmente mi ha fatto tenerezza. Ho pensato agli appelli di Papa Francesco sui nostri atteggiamenti che devono essere misericordiosi. Non conosciamo le storie del nostro prossimo. Mi sono detto: chissà da quale parte del mondo proviene. Ho pensato alla stanchezza, al caldo, alla disperazione».

Successivamente l’uomo ha estratto dalla custodia la chitarra e ha strimpellato alcune note. Ed è sparito alla vista del volontario. Ad un tratto Trevisan ha sentito un rumore sordo. Aveva lasciato le sue cose vicino al banco, attraversato una navata e superato il confessionale diretto all’altare maggiore. Qui il giovane aveva già staccato il gancio d’ottone e gettato a terra la corda di protezione.

Trevisan si è subito avvicinato dicendogli: «Guarda che qui non si può accedere». A quel punto il ragazzo ribatte, in italiano: «No, qua c’è qualcosa che non va bene». «No, qui va tutto bene» replica l’uomo. Ma il giovane si sposta e si dirige verso il grande crocifisso all’ingresso della chiesa.

«Ha iniziato a strattonarlo» racconta «è riuscito a tirare giù il Cristo, che si è spezzato un braccio. Allora gli sono saltato addosso per fermarlo. Immediatamente tre turisti inglesi, due uomini e una donna, hanno realizzato cosa stava succedendo. Altri si sono bloccati dal terrore. Il giovane tirava il Cristo e noi quattro addosso a lui. È stata una lotta. L’abbiamo trascinato e bloccato». Dopo pochi minuti sono giunti i carabinieri che hanno controllato il contenuto dei borsoni e portato in caserma l’uomo, denunciato per danneggiamento.

Trevisan conclude: «Spesso ci sono furti di denaro e di candele ma è la prima volta che accade una cosa così violenta. Chiedo che la chiesa venga protetta. In quel momento non ho avuto paura. Ho capito subito che il giovane aveva puntato a distruggere un simbolo della nostra religione, della nostra cultura. Bisogna essere guardinghi e prudenti». (n.d.l.)

 

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