Fedrigoni, 400 milioni di budget «Faremo altre acquisizioni»

L’industria veronese della carta è controllata dal fondo americano Bain l’ad Nespolo: «La Borsa? Più avanti valuteremo, ora avanti col piano» 
Riccardo Sandre

L’ESPANSIONE



Fedrigoni chiude il periodo gennaio-settembre 2021 con un fatturato di 1,155 miliardi di euro, in crescita del 18,5% rispetto ai 974,4 milioni dei primi nove mesi 2020 e con un Ebitda consolidato adjusted a 154,5 milioni (+32.9% sullo stesso periodo del 2020 e del +14,4% sul 2019). Un risultato che fa credere al suo amministratore delegato Marco Nespolo di potere chiudere l’anno attorno agli 1,6 miliardi di euro di fatturato. «Si tratta di risultati positivi ed in accelerazione anche nel quarto trimestre dell'anno» dichiara Nespolo. «Un anno positivo anche in termini di redditività visto che, anche grazie al nostro posizionamento in segmenti di mercato ad alto valore aggiunto, siamo stati in grado di aumentare i prezzi dei nostri prodotti in misura proporzionale all’aumento del costo delle materie prime di riferimento».

In termini di fatturato il 2021, secondo le previsioni dell’ad di Fedrigoni, si chiuderà con una crescita di oltre il 20% rispetto ai 1,35 miliardi del 2020 e le attese per il 2022 sono positive con una previsione di crescita organica, a prescindere quindi da nuove acquisizioni, pari a 1,7 miliardi di euro, e un budget proprio per procedere a nuovi acquisti sul mercato pari a 400 milioni. «In questo 2022» continua Nespolo «proseguiremo la nostra politica di acquisizioni sulla direttrice tecnologica guardando ad imprese titolari di brevetti e soluzioni integrabili nella nostra offerta, ma punteremo anche sul consolidamento di mercati importanti come quello europeo, statunitense e del Sud America: siamo nei fatti il terzo operatore globale nel settore delle etichette e dietro di noi in classifica ci sono un’infinità di piccole realtà che potrebbero essere interessate a venire acquisite per crescere sui mercati globali o per questioni di passaggio generazionale. Nel frattempo guardiamo a nuove operazioni anche nel settore delle carte speciali, attenti al pieno rispetto delle norme vigenti antitrust».

Una espansione rapida che vuole associare lo sviluppo organico a quello per acquisizioni e potrebbe portare, entro la fine del 2022, il gruppo vicino all’ambiziosa soglia dei 2 miliardi di euro di valore della produzione. Sarebbe traguardo storico per un’azienda che vede il suo socio di riferimento, Bain Capital (che detiene attualmente il 90% ), potenzialmente interessato ad un’uscita almeno parziale dall’investimento, anche eventualmente tramite una quotazione al listino principale di Piazza Affari. «La quotazione in Borsa» conclude l’ad di Fedrigoni «è sicuramente una delle alternative che potremo valutare a tempo debito, per ora però siamo impegnati ad eseguire il nostro piano strategico di sviluppo». —



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