Felice Maniero contro il cognato prestanome, così si è trovato il patrimonio dell'ex boss

Indagini della Guardia di Finanza partite lo scorso anno da una dichiarazione spontanea di Faccia d'Angelo: all'origine un litigio con il marito della sorella che ha gestito 17 milioni di euro 
La conferenza stampa a Venezia
La conferenza stampa a Venezia

VENEZIA. Immobili, auto, orologi, oggetti di valore.  A distanza di oltre 20 anni dall'uscita di scena dalle attività criminali della Mala del Brenta, la Guardia di Finanza ha messo le mani sul tesoro di Felice Maniero.

Le indagini sono partite nel marzo scorso, dopo dichiarazioni spontanee di Felice Maniero che ha raccontato il flusso di denaro degli anni in cui Maniero era boss della mala del Brenta. Il motivo starebbe in un litigio tra lui e il suo prestanome, Riccardo Di Ciccio, che aveva gestito il patrimonio illecito. 

Il tesoro di Felice Maniero: ville, auto di lusso e gioielli

Mercoledì mattina, in una conferenza a Venezia, svelati i dettagli dell'operazione che ha permesso di sequestrare ville, auto, conti correnti e altri beni per un valore complessivo di circa 17 milioni di euro.

Un patrimonio che, come è stato spiegato, l'ex boss avrebbe fatto acquistare da familiari e prestanome con il denaro accumulato in anni di rapine e spaccio di stupefacenti gestito dalla sua banda.

Ribaudo (Gdf): "Così abbiamo messo le mani sul tesoro di Maniero"

Ora tutto è stato posto sotto sequestro, su richiesta della Dda di Venezia, che ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Venezia due ordinanze di custodia cautelare: si tratta del broker finanziario Michele Brotini, e di Riccardo Di Ciccio, marito di Noretta Maniero, sorella dell'ex boss. Anche Felice Maniero, che vive sotto copertura dopo la sua collaborazione con la giustizia, risulta indagato, in stato di libertà, così come l'anziana madre, Lucia Carrain, e la sorella, Noretta Maniero.

 Sono stati posti i sigilli a numerose automobili, due case, a Fucecchio (Firenze) e a Marina di Pietrasanta (Lucca), polizze assicurative, conti correnti bancari.

Il procuratore D'Ippolito sull'indagine Felice Maniero: "Sequestro rilevante"

 Le indagini della Gdf, partite circa un anno fa dopo una dichiarazione spontanea di Felice Maniero, avrebbero individuato alcuni prestanome, riconducibili alla famiglia del boss malavitoso, che avrebbero gestito l'immenso patrimonio criminale accumulato da Maniero sino alla fine degli anni novanta (circa 33 miliardi di lire dell'epoca) acquistando immobili di notevole pregio e mascherandone l'origine illecita attraverso una pluralità di rapporti finanziari.

 

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