Femminicidio di Riese, il pm chiede 28 anni di carcere per il killer di Vanessa Ballan
Bujar Fandaj è reo confesso per l’uccisione dell’ex amante: l’ha ammazzata a coltellate perché lei aveva deciso di tagliare tutti i rapporti con il kosovaro. Il delitto il 29 dicembre 2023 nella casa della donna a Spineda. Sentenza attesa per il 9 luglio

Il pm della Procura di Treviso Michele Permunian ha chiesto 28 anni di carcere e 9 mila euro di multa per Bujar Fandaj, reo confesso del femminicidio di Vanessa Ballan, accoltellata a morte il 19 dicembre del 2023.
La Procura gli contesta le accuse di omicidio volontario con le aggravanti della premeditazione e del reato commesso nei confronti di una persona a cui era legato sentimentalmente. Violazione di domicilio e porto ingiustificato d’arma sono gli altri capi d'imputazione.
La sentenza è attesa per il prossimo 9 luglio.

Bujar Fandaj, 42 anni, di professione imbianchino, uccise a coltellate l’ex amante Vanessa Ballan, nell’abitazione di lei di Spineda, frazione di Riese. Quel giorno di dicembre del 2023, Fandaj partì da Altivole in sella alla sua bicicletta, con un borsone contenente due coltelli da cucina ed una mazzetta per sfondare l’ingresso della casa di Vanessa. Lei aveva deciso di lasciarlo.
Inizialmente la Procura si era mossa contestando anche il revenge porn. Quando Fandaj scoprì che Vanessa voleva tagliare i ponti con lui, il kosovaro inviò per vendetta al compagno Nicola Scapinello un video di un rapporto avuto assieme alla Ballan. Fu quella la goccia che fece traboccare il vaso e indusse la cassiera dell’Eurospin di Riese ad andare dai carabinieri a denunciarlo per stalking. Un’accusa che però non ha retto nel corso delle indagini che hanno dimostrato come tra i due ci fosse reciprocità nelle telefonate e nei messaggi e non erano a senso unico, come in genere succede per chi è accusato di atti persecutori.
«Chiedo scusa alle famiglie Ballan e Scapinello, non avrei mai voluto farle del male», aveva detto Fandaj mesi fa, quando venne portato in Tribunale per l’udienza preliminare. L’artigiano kosovaro è reo confesso dopo aver sottoscritto una memoria difensiva in carcere nella quale aveva ammesso di aver ucciso l’ex amante ma solo per difendersi da un’aggressione con il coltello da parte della donna. Una ricostruzione inverosimile, secondo gli inquirenti.
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