Fidia lancia nuovi farmaci Pizzocaro: «Entro il 2023 a 500 milioni di fatturato»

Padova
Fidia incassa l'ok della Food and Drug Administration statunitense per il suo Oncofid-P, un farmaco antitumorale in fase di sviluppo clinico avanzato per il trattamento di alcune forme di mesotelioma, neoplasia strettamente correlata all’esposizione all’amianto. Un successo, quello della società farmaceutica di Abano, che apre ad una nuova fase di sperimentazione per quello che in termini tecnici si chiama farmaco orfano, un prodotto destinato a malattie rare per le quale sono disponibili limitate opzioni terapeutiche a fronte di una ridotta platea di pazienti.
Nel 2020 Fidia ha investito in innovazione di processo e di prodotto circa 75 milioni di euro, l'85% dei quali è destinato allo sviluppo di quattro farmaci, tre dei questi sono “orfani” (come appunto Oncofid-P). Un investimento dunque che ogni anno vale decine di milioni di euro ma le cui ricadute economiche si attendono solo dopo circa sette anni. Questi quattro farmaci non influiranno infatti sul percorso di sviluppo dell'azienda per lo meno fino al 2023 quando, nelle previsioni del suo presidente, Fidia potrà raggiungere i 500 milioni di euro di fatturato annuo. «Il 2020 è stato un anno perso per quanto riguarda le nostre potenzialità di crescita» spiega il presidente Carlo Pizzocaro. «Abbiamo chiuso l'anno scorso con un piccolo segno positivo ma i 370 milioni di euro di fatturato che ci aspettiamo di ottenere alla fine di quest'anno avremmo dovuto registrarli a fine 2020. Ad ogni modo sono convinto che già entro la fine del 2023 potremo arrivare a quella soglia di 500 milioni di euro di fatturato nel mondo su cui stiamo lavorando da anni. Questo ovviamente senza la spinta dei nostri nuovi quattro farmaci che associano all'acido ialuronico specifici principi attivi. Contiamo che questi potranno invece iniziare a dispiegare la loro forza propulsiva tra il 2024 e il 2025. Solo Oncofid-P, una volta superate le fasi tipiche della sperimentazione sull’uomo, dovrebbe valere intorno ai 500 milioni di fatturato annuo a livello globale, pur essendo un farmaco mirato ad una malattia rara».
Nel frattempo Fidia scommette su un mix di crescita organica e per acquisizioni sulla scia di quanto realizzato fino ad ora con l'acquisto ad esempio di alcuni corticosteroidi di Sanofi. «Oltre alle acquisizioni fatte contiamo di ampliare la nostra rete commerciale diretta» conclude Pizzocaro «a 16 filiali, 5 in più delle 11 attuali. Scommettiamo su quei paesi europei in cui non siamo presenti ma puntiamo anche sull'area del Nord Africa e del Magreb, dove la forma mentis a livello medico è molto simile a quella dell'Europa. Ma stiamo guardano anche ad alcune altre acquisizioni, sia in Italia che all'estero. Entro la fine del 2022 continuiamo di chiuderne una di significativa anche grazie ad un rapporto tra il nostro Ebitda e la Pfn che è pari a circa 1. Un indicatore che ci dà ampio margine per operazioni finalizzate allo sviluppo delle potenzialità di una società che contava, nel 2020 su più di 1.300 licenze esclusive, delle quali circa 1.100 focalizzate sulla produzione, l'uso terapeutico e le composizioni farmaceutiche a base di acido ialuronico». —
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