Fior, stangata da 284 mila euro

Consulenze non autorizzate: verdetto della Corte dei Conti sul dirigente della Regione già condannato
Tantucci Interpress Venezia, 20.03.2008.- Rialto, Palazzo Cà Merlenghi, sede della Corte die Conti.-
Tantucci Interpress Venezia, 20.03.2008.- Rialto, Palazzo Cà Merlenghi, sede della Corte die Conti.-

VENEZIA. Poche settimane fa, è stato condannato a 3 anni di reclusione e 350 mila euro di risarcimento danni a palazzo Balbi, perché – da massimo dirigente della Regione Veneto per il settore Ambiente – è stato ritenuto colpevole di aver ottenuto finanziamenti pubblici per un milione di euro a favore di imprese delle quali era socio occulto. Ora per Fabio Fior – ancora dirigente della Regione, spostato ad altri incarichi in attesa delle sentenze definitive – arriva anche il giudizio della Corte dei Conti, che lo ha condannato a risarcire alle casse della Regione altri 284 mila euro, più interessi: questa volta si tratta di consulenze esterne effettuate senza la necessaria autorizzazione della Direzione generale. Un gran cacciatore di collaudi molto ben pagati, Fior: la Procura contabile gli contestava di aver cagionato un danno erariale per 600 mila euro, a fronte di nove incarichi extra istituzionali. Per due di questi, però – i 200 mila euro ottenuti dalla Società estense servizi ambientali per il collaudo del suo impianto di smaltimento rifiuti e 30 mila euro da Veritas per il collaudo della discarica Ca’ Rossa – secondo la Corte dei Conti le autorizzazioni, pur parziali, c’erano e pertanto nulla è dovuto dal dirigente.

Non così per altri sette incarichi tra il 2004 e il 2008, non autorizzati e pertanto illeciti dal punto di vista erariale: come i 75 mila euro di Etra Spa per il collaudo del centro di biotrattamento a Camposampiero; i 37,5 mila euro ricevuti dalla Pro-In per il collaudo della discarica di Sommacampagna; i 30 mila dalla Mestrinaro per l’impianto di Zero Branco; i 70 mila euro da Asvo-Ambiente Servizi Venezia Orientale per la discarica di Centa Taglio. Come pure mai autorizzati – secondo i giudici – sono stati i 60 mila euro che Fior ha incassato dal Consorzio smaltimento rifiuti di Rovigo per l’ampliamento della discarica e gli 82.500 euro da Agsm Verona Spa per interventi a Ca’ del Bue. Tirate le somme, i giudici della corte dei Conti hanno ritenuto che il dirigente regionale abbia illecitamente percepito 355.042,92 mila euro. Ma dal momento che - essendo le sue consulenze fatturate - su questa somma Fior ha pagato le imposte, «il danno complessivo da risarcire viene determinato in 284,034,34 euro». Respinta non solo la richiesta di prescrizione avanzata dalla difesa, ma anche - in subordine - anche la riduzione dell’addebito, ovvero lo “sconto” che i giudici possono concedere in particolari circostanze e in questo caso negato «per la consistenza oggettiva e finanziaria degli incarichi ricevuti e alla coscienza e volontà della condotta assunta nella complessiva vicenda dal Fior, pienamente consapevole della disciplina vigente in materia». Per la Corte dei Conti, dunque, Fior si è fatto beffe della norma, non ha richiesto le necessarie autorizzazioni ed ha proseguito con la sua ricca attività professionale extra-Regione: ovviamente potrà ricorrere in appello, ma intanto questa condanna contabile in primo grado si affianca a quella penale. Per l’accusa Fior e i suoi sodali - tra i rinviati a giudizio al 20 gennaio, anche l’ex assessore all’Ambiente Giancarlo Conta e gli ex magistrati alle Acque Cuccioletta e Piva - avrebbero ottenuto fondi regionali per 1 milione di euro, attraverso società ricoducibili allo stesso Fior.

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