Flor assicura: «A marzo in Veneto faremo 370 mila vaccini anti Covid. Ciclo finito per 110 mila»

"Abbiamo tenuto il ritmo delle 9 mila persone al giorno ma ora possiamo farne molti di più. A patto che non ci siano interruzioni nelle forniture di Pfizer, Moderna e AstraZeneca"

VENEZIA. Vaccini: Luciano Flor preme sull’acceleratore e conta di somministrare 370-400 mila dosi nel mese di marzo. Un traguardo a portata di mano, con 14-15 mila iniezioni day contro le 9 mila attuali. I dati di gennaio e febbraio dicono che solo 109.935 persone hanno completato il ciclo e altre 197.768 hanno ricevuto la prima dose, in testa c’è sempre Padova a quota 51.500 tra Azienda universitaria, Usl 6 e Iov con le altre province a ruota.

Ora si cambia passo. Si corre. Come vuole Draghi. «Siamo pronti a somministrare tutti i vaccini forniti dal governo perché abbiamo accantonato la scorta del 30% per poter procedere al richiamo entro i 21 giorni. Abbiamo tenuto il ritmo delle 9 mila persone al giorno ma ora possiamo farne molti di più. A patto che non ci siano interruzioni nelle forniture di Pfizer, Moderna e AstraZeneca".

"Entro marzo dovremmo somministrare 370 mila dosi e la disponibilità che abbiamo è superiore alle 400 mila, mantenendo sempre i 21 giorni di scorta», ha spiegato Luciano Flor. Quanto alle categorie, la fase 1 prevede tutto il personale sanitario, «i servizi pubblici ed essenziali, il mondo della scuola, le forze dell’ordine. Poi si procederà con le persone nate nel 1939. Nel frattempo si sono aggiunte alcune categorie della prima fascia: i farmacisti, i dentisti e infine i malati oncologici, con i trapiantati e con la fibrosi cistica». Le convocazioni sono programmate dalle singole Usl, ci vuole solo un po’ di pazienza, nessuno verrà escluso e i Comuni stanno allargando i padiglioni ad hoc già attivati.

Entro l’estate si raggiungerà l’immunità di gregge? A metà marzo dovrebbe arrivare anche Johnson & Johnson già autorizzato negli Stati Uniti mentre per lo Sputnik V della Russia la procedura Ema e Aifa è molto lunga.

Zaia insiste sul suo cavallo di battaglia: il passaporto vaccinale. «Questa è proprio una cosa da Europa: codificare un documento da rilasciare in lingua madre e in inglese per tutti. È una discriminazione? Sì, sono convinto che lo sia: anche chi non può vaccinarsi ha il diritto di viaggiare come tutti gli altri, ma la direzione in cui va il mondo è questa». Resta un dubbio al presidente: «Cosa facciamo? Apriamo il salotto di discussione o facciamo qualcosa di concreto?». La palla torna a Bruxelles e a Roma, con la speranza che l’asse costruito tra Draghi e Macron convinca la presidente Ue von der Leyen a passare dalle parole ai fatti.

E in attesa del vaccino che scenario si presenta? Luciano Flor ha ribadito che «fatto 100 il picco massimo del 31 dicembre, oggi siamo a 25: nei reparti di rianimazione avevamo 400 casi, oggi ne sono 99 anche se il trend è in crescita e sono di più i pazienti che entrano che quelli che lasciano i reparti».

Non è mancata la risposta agli interrogativi sollevati dal professor Andrea Crisanti, secondo cui la “variante veneta” del Covid sfugge ai tamponi rapidi. Luciano Flor non ha sollevato polemiche: attende solo che lo studio venga pubblicato sulle riviste scientifiche per capirne tutte le implicazioni. Quanto al Veneto, ha il record in Italia sia di tamponi molecolari che antigienici in rapporto alla popolazione residente. La prevenzione funziona, visto che la pagella del Cts ogni settimana si conclude con un solo verdetto: zona gialla. Promozione a pieni voti, per l’eccellenza dei medici. —

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