Fondazione Antoveneta, fiducia a Carraro

PADOVA. Il consiglio direttivo di Fondazione Antonveneta ha ratificato le conferme dei consiglieri nominati (come da Statuto) dalla Banca Monte dei Paschi di Siena per il triennio 2017-2019. Mario...
PADOVA. Il consiglio direttivo di Fondazione Antonveneta ha ratificato le conferme dei consiglieri nominati (come da Statuto) dalla Banca Monte dei Paschi di Siena per il triennio 2017-2019. Mario Carraro, prestigiosa figura-simbolo dell’imprenditoria del Nordest, è stato confermato nella carica di presidente: vice presidente è Elfo Bartalucci, attuale responsabile dell’Area Territoriale Antonveneta-Bmps. Quattro i consiglieri riconfermati: Guglielmo Bedeschi (presidente dell’omonima azienda padovana); Antonio Cortelazzo, fondatore di uno dei più importanti studi commercialistici locali; Anna Maria Martini Chieco Bianchi, già direttrice del Museo Nazionale Atestino, ricercatrice in campo archeologico ed artistico; Marina Pittini, presidente della Fondazione “Pietro Pittini” di Osoppo e membro del comitato di presidenza di Confindustria Udine. Il nuovo consigliere Marco Palocci è invece il responsabile della direzione relazioni esterne di Monte dei Paschi di Siena. Il Collegio dei revisori è formato da Leopoldo Rossi Chauvenet (presidente), Antonio Marra e Annachiara Martini (revisori effettivi) e da Luigi Basso e Silvia Quaglia (revisori supplenti). Direttore Generale è Bruno Bianchi.


Fondazione Antonveneta è un soggetto giuridico privato senza finalità di lucro, costituito alla fine del 2005 per volontà di Banca Antonveneta, con lo scopo di continuare a favorire e sostenere iniziative ed attività di carattere culturale, artistico, scientifico, educativo, assistenziale sanitario e sociale nelle aree trivenete di tradizionale attività di Monte Paschi di Siena. Da giugno 2008 ( data di ingresso di Banca Antonveneta nel Gruppo Montepaschi) ad oggi, sono stati erogati in Veneto e Friuli-Venezia Giulia circa 10,7 milioni di euro a sostegno di 500 progetti negli ambiti di arte e cultura; sociale, educazione e salute pubblica; ricerca scientifica e tecnologica”, destinando ad altri settori il residuo.


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