«Giornalista pennivendolo» con tanto di «fotosegnaletica»: il post di un consigliere regionale veneto
Palese tentativo d’intimidazione del cronista, il sindacato veneto: «Toni aggressivi e denigratori, clima sempre più pesante»

Un «pennivendolo», un «ingannatore del popolo», che denigra «fonti e testimonianze dirette». Accuse pesanti, ma soprattutto accompagnate dalla foto – tratta dal suo profilo facebook – del giornalista in questione»: Enrico Ferro, un nostro collega.
Autore dell’attacco sulla sua pagina facebook è il consigliere regionale Stefano Valdegamberi, che nel ribattere a un nostro articolo – trovate qui il link – fa una cosa ben più grave che insultare: «Nella foto Enrico Ferro. il sociologo-giornalista del gruppo editoriale di Repubblica che scrive articoli con acredine unica a solo scopo diffamatorio».
Ecco quel pubblicare la foto del collega ha l’amaro sapore di una palese intimidazione, esporlo al “pubblico ludibrio”, additarlo come “pennivendolo” è un atteggiamento che non si può proprio accettare, specialmente da un esponente politico.
L’articolo riguardava i difficili rapporti (e l’imbarazzo politico della Lega) tra Valdegamberi e il partito nelle cui fila ha militato prima di sganciarsi – o essere sganciato – dall’ambito leghista e costituirsi in un monogruppo autonomo, Futuro Popolare. Rapporti difficili legati non solo, ma soprattutto alle posizioni dichiaratamente filo putiniane espresse (legittimamente) dal politico veronese, eletto alle regionali del 2020 nella lista Zaia Presidente con quasi 12 mila preferenze.

Ecco il post di Valdegamberi
Il direttore risponde
Un consigliere regionale è un rappresentante della comunità e una parte essenziale di un’importante, istituzione. È la premessa per valutare appieno le azioni del consigliere regionale Stefano Valdegamberi; e, conseguentemente, indignarsene. Nel ribattere a un nostro articolo costui si è, per così dire, dilettato a fare un paio di cosette non trascurabili. Prima ha sparso un po’ di offese gratuite nei confronti dell’autore del servizio, il nostro collega Enrico Ferro, descritto in rapida sequenza come «pennivendolo», «ingannatore del popolo», che denigra «fonti e testimonianze dirette». E poi, mossa ancora più grave, ha lanciato sui social la foto del giornalista.
Vabbè, a dire il vero all’inizio quella foto l’ha pure sbagliata, pubblicando brillantemente l’immagine di un altro Enrico Ferro che niente aveva a che fare con l’intera vicenda. Tanto per dare l’idea di chi, in questa storia, sia approssimativo e disponga di una certa confidenza con i contenuti fake. Gliel’hanno fatto correttamente notare e così, come un bimbo preso con i polpastrelli inzuppati nel barattolo di marmellata, si è affrettato a piazzare la foto giusta, naturalmente sempre con l’atteggiamento sbagliato. «Nella foto Enrico Ferro. il sociologo-giornalista del gruppo editoriale di Repubblica che scrive articoli con acredine unica a solo scopo diffamatorio».
Ma che ne sa lei degli scopi e delle acredini, viene da pensare. In ogni caso ecco quella sorta di foto segnaletica, proprio come se fosse un bersaglio: guardate, tutti, amici e sodali miei, chi è che ha osato criticarmi. Da un esponente delle istituzioni, anzi, da uno che è istituzione egli stesso, di per sé medesimo. Verrebbe da sorridere, amaramente, per la goffaggine, se non fosse una roba seria. Come è seria la libertà di stampa, in democrazia.
L’articolo riguardava i difficili rapporti (e l’imbarazzo politico della Lega) tra Valdegamberi e il partito nelle cui fila ha militato prima di sganciarsi – o essere sganciato – dall’ambito leghista, confluire nel gruppo misto. Rapporti difficili legati non solo, ma soprattutto alle posizioni dichiaratamente filo putiniane espresse (legittimamente) dal politico veronese, eletto alle regionali del 2020 nella lista Zaia Presidente con quasi 12 mila preferenze. Si noti bene: l’articolo è stato scritto contattando anche lo stesso diretto interessato. Perché è giusto così, perché il mestiere si fa così, ma che ne sa il consigliere maldestro.
Come direzione dei quotidiani veneti di Gedi – e convinti di parlare a nome di tutti i nostri colleghi – siamo inevitabilmente delusi, abbastanza scandalizzati. E per niente intimoriti.
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Sulla vicenda sono intervenuti il Cdr dei quotidiani veneti GEDI e la stessa Fnsi, in questo comunicato congiunto.
«Toni aggressivi e denigratori tesi a intimidire un cronista»
«Il Comitato di redazione del Mattino di Padova, de La Nuova Venezia, de La Tribuna di Treviso e de Il Corriere delle Alpini e il Sindacato giornalisti Veneto denunciano il clima sempre più pesante e di attacco nei confronti di chi fa informazione: il libero diritto di critica in capo a chiunque, non può esondare in parole intollerabili, ancor più inaccettabili quando arrivano da un esponente del mondo delle istituzioni.
«Il riferimento è al post sui social di venerdì 27 gennaio con il quale il consigliere della Regione Veneto, Stefano Valdegamberi, ha attaccato il collega Enrico Ferro, al quale si esprime piena solidarietà.
«Toni aggressivi e denigratori tesi a intimidire un cronista nel libero esercizio della sua professione, che portano a formulare la massima preoccupazione anche al presidente della Regione, Luca Zaia, e al presidente del Consiglio regionale Roberto Ciambetti, i quali sempre sottolineano l’importanza di una informazione libera e pluralista per la democrazia», conclude la nota.
Anche l’Ordine dei Giornalisti del Veneto ha preannunciato una nota.
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