Giovane operaio morto folgoratola rabbia e il dolore dei colleghi
Disperato davanti alla tragedia un amico di Luigi Borrelli, morto a 31 anni mentre lavorava alla linea elettrica aerea della ferrovia: "Lascia la moglie e due figli piccoli. Non so dire cosa sia accaduto di preciso, so che è rimasto folgorato"

PADOVA. «Lascia la moglie e due figli piccoli». Uno dei colleghi di Luigi trova per un attimo il coraggio di parlare, di raccontare ciò che è successo. Gli operai, che disperati se la sono presa anche col Suem, spintonando e dando calci agli addetti che prestavano soccorso, si appoggiano dove possono, chi siede su una panchina, chi su un muretto, tutti con la testa tra le mani, gli occhi velati dal pianto ed i tipici accenti del sud rotti dalla commozione.
Il pensiero vola subito ai due bambini che Luigi ha lasciato a Napoli: «E’ questa la vera disgrazia - commenta un amico partenopeo - Al momento dell’incidente lavorava da solo, lungo la linea ferrata. Non so dire cosa sia accaduto di preciso, so che è rimasto folgorato». E’ stato uno dei controllori del traffico a lanciare l’allarme.
Poco dopo le 18 si forma un capannello di dirigenti, nessuno rilascia dichiarazioni mentre fotografi ed operatori vengono allontanati. La responsabile alle relazioni della ditta rende noto che «è già stata aperta un’inchiesta e sono in corso le verifiche per accertare la dinamica della sciagura». Parole ripetute che difficilmente placheranno il dolore di una vedova e due orfani in tenera età.
Un cantiere infinito quello di Campo di Marte, aperto il 27 giugno 2005 e ancora in essere nonostante i 650 giorni previsti per un costo totale che ammonta a poco più di 8 milioni di euro. La squadra di Luigi è addetta alla parte elettrica del progetto che comprende i lavori per l’esecuzione dell’impianto di armamento di trazione elettrica e di luce forza motrice. Il trentenne lavorava per la Generale costruzioni ferroviarie con sede a Grottaglie (Taranto) in via Galvani 3.
Argomenti:incidenti sul lavoro
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