Giudici di pace in sciopero metà dei processi a rischio

PADOVA. Processi bloccati nei palazzi di Giustizia veneti e di tutt’Italia per effetto dello sciopero dei giudici di pace e della magistratura onoraria iniziato lunedì e che continuerà fino a venerdì. La mobilitazione, secondo i dati degli organizzatori, sta registrando un’alta adesione in tutto il territorio con punte nel Vicentino (95%) e nel Veronese (quasi il 100%), ma anche a Rovigo (80%), Belluno (60%) e Treviso (45%); un po’ più defilata Venezia con una percentuale del 35%. Sono 42 i giudici di pace e 220 i non togati operativi negli uffici giudiziari veneti: attraverso di loro passa oltre la metà dei procedimenti giudiziari sia civili che penali. «Con lo sciopero, si prevede che si fermeranno circa mezzo milione di processi», sottolineano in una nota congiunta Unagipa e Federmot, le associazioni che hanno promosso la protesta.
Obiettivo dello sciopero: una legge che garantisca ai lavoratori del comparto tutela previdenziale e assistenziale (oggi assente), retributiva (oggi inadeguata) e che assicuri la stabilizzazione di chi è precario da troppo tempo. Un problema di vecchia data, quello dei “professionisti” della giustizia, riportato d’attualità da un pronunciamento dell’Europa che ha sostanzialmente stabilito come la funzione dei giudici di pace e dei magistrati onorari sia equiparabile a quella dei giudici ordinari e che non sia pertanto ammessa l’assenza di tutele.
«Il governo ci deve riconoscere la continuità del servizio, piene tutele previdenziali ed assistenziali, uno stipendio congruo e commisurato all’alta funzione da noi svolta», sostiene il presidente dell’Unione, Mariaflora Di Giovanni, «Non è solo la Costituzione a imporlo, ma anche e soprattutto l’Europa, che sta avviando una procedura di infrazione contro il governo, già condannato dal Consiglio d’Europa, con decisione pubblicata il 17 novembre, a riconoscere ai giudici di pace i diritti pensionistici e le retribuzioni non erogate nei periodi di impedimento per malattia, maternità, ferie, a partire dal 1995 e sino ad oggi».
Per il settore giustizia, dunque, si preannuncia una stagione molto calda. «E questo è solo l’inizio», spiega il giudice di pace Massimo Zampese, referente veneto di Unagipa, «Combatteremo strenuamente per ottenere una legge che disciplini il tutto e che ci garantisca tutela. Noi amministriamo circa il 40% dei fascicoli che arrivano a palazzo di giustizia e i pm onorari, nei processi, sono ormai il 90%. In sostanza: metà della giustizia viene gestita da noi».
Sostegno alla protesta è arrivato anche dal mondo della politica veneta: «Sosteniamo lo sciopero della magistratura onoraria, perché chi amministra la giustizia per conto dello Stato non sia la prima vittima di una palese ingiustizia», afferma in una nota il consigliere regionale Sergio Berlato di Fdi, « occorre intervenire presso il governo affinché apporti alla riforma Orlando correttivi urgenti finalizzati a riconoscere ai Magistrati onorari d’Italia i diritti fondamentali riconosciuti a qualsiasi lavoratore. Senza i magistrati onorari la giustizia italiana sarebbe ancora più lenta».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova