Gli esperti del Cvn ai Lincei a parlare di difesa dalle acque
VENEZIA. La data non è casuale: 4 novembre, anniversario dell’alluvione e della grande acqua alta del 1966. Il luogo nemmeno: l’Accademia nazionale dei Lincei, «tempio» del sapere nazionale. Unica sede esterna a palazzo Chigi dove nel 1996 si riunì il Comitatone per decidere di mandare avanti il progetto Mose. E il titolo emblematico: «Resilienza delle città d’arte alle catastrofi idrogeologiche, successi e insuccessi dell’esperienza italiana». Il fatto è che a parlare di come si affronta l’emergenza idrogeologica sono stati invitati ben due relatori del Consorzio Venezia Nuova. Hermes Redi, direttore generale del Consorzio, spiegherà «il ruolo dell’ingegneria nella progettazione e realizzazione del Mose». Giovanni Cecconi, responsabaile del Servizio informativo del pool di imprese, spiegherà invece come funzionerà la gestione della grande opera. Un annuncio che ha fatto mormorare gli addetti ai lavori, visto che l’Accademia nazionale dei Lincei, presieduta da Lamberto Maffei, organizza il convegno in piena inchiesta Mose. Tra i relatori molti altri studiosi che hanno legato il loro nome alle vicende della grande opera adesso finita sotto inchiesta. Il professor Giovanni Seminara, esperto del ministero e del Magistrato alle Acque che ha più volte valutato il progetto delle dighe mobili. L’ingegnere dell’Istituto veneto di Scienze, lettere ed Arti Andrea Rinaldo, fratello di Daniele Rinaldo, consulente del Mose e marito di Maria Teresa Brotto, direttrice del Consorzio ed ex presidente di Tethis arrestata nell’ambito dell’inchiesta. Il professor Ignazio Musu, poi nominato al posto di Paolo Costa, diventato ministro, tra i cinque esperti internazionali che avevano promosso Il Mose, pur con riserva. Musu parlerà sugli «aspetti economici della Salvaguardia di Venezia». Ci saranbo anche il ministro Franceschini e la soprintendente Codello («I problemi del patrimonio artistico veneziano»).
Alberto Vitucci
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