Grafica Veneta regala due milioni di mascherine alla Regione

Franceschi apre una nuova linea produttiva passando dai libri a un nuovo tipo di protezione low cost
TOME-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - MASCHERINE NEI TABACCAI
TOME-AGENZIA BIANCHI-PADOVA - MASCHERINE NEI TABACCAI

PADOVA. Le introvabili mascherine protettive spuntano dal cilindro di Fabio Franceschi, il presidente di Grafica Veneta, che nello stabilimento padovano di Trebaseleghe stampa libri destinati ai quattro angoli del globo. Constatata la desolante scarsità dell’offerta nazionale - specchio di un Paese che ha abdicato ad interi segmenti produttivi, anche strategici, limitandosi all’assemblaggio di forniture estere - l’imprenditore ha colto l’attimo, confermando il fiuto da self made man che l’ha condotto al primato nel mercato europeo.

Una strategia rapida e articolata in tre mosse, la sua: prima l’acquisto dei macchinari necessari a confezionare i dispositivi di protezione individuali sia in carta usa-e-getta che in tessuto; poi attivazione della nuova linea produttiva; infine il coinvolgimento della Regione Veneto nel collaudo dei primi esemplari e ancor più nell’iter di richiesta delle autorizzazioni governative alla distribuzione su vasta scala.

Riscontri concreti? Gli esperti della sanità e della protezione civile hanno sperimentato le mascherine, giudicandole di buona qualità in rapporto al grado di filtraggio assicurato: musica per le orecchie del governatore Luca Zaia, che ha informato dell’opportunità il ministro Roberto Speranza, e i colleghi governatori. Manco a dirlo, tutti sono parsi molto interessati alla prospettiva e il dicastero della salute ha già erogato un primo via libera al quale, sembrerebbe, seguirà in tempi ravvicinati il nullaosta definitivo.

Ma qual è il potenziale produttivo di Grafica su questo versante, così lontano dalla stampa multilingue dei romanzi di Harry Potter che le hanno garantito successo e celebrità? A regime, secondo indiscrezioni, lo stabilimento sarà in grado di sfornare un milione di pezzi al giorno (a Trebaseleghe, crisi e blocchi permettendo, c’è l’abitudine di lavorare a ciclo continuo, festivi inclusi) garantendo prezzi contenuti.

Due milioni di mascherine, si apprende, saranno donate al Veneto - ah, la piccola patria nel cuore - e già si profilano acquirenti istituzionali, con il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, lesto a “prenotare” una cospicua fornitura.

Se andrà in porto, l’operazione promette di dare soluzione ad un problema che affligge l’intera comunità fin dall’insorgere dell’epidemia. Le esigue scorte dei dispositivi di protezione sono state “bruciate” in pochi giorni e il loro reperimento sul mercato internazionale è diventato sempre più ostico.

«Le stiamo cercando in mezzo mondo ma il numero di fabbricanti è limitato, tutti i Paesi le inseguono e gli ordinativi si cumulano», ha lamentato a più riprese Zaia che, al pari degli assessori del suo team, ha rinunciato ad indossarla «in segno di rispetto verso i nostri cittadini che ne sono ancora privi». Non bastasse, ci sono anche i truffatori che vendono la stessa partita a più acquirenti, incassano gli anticipi e la fanno sparire prima dello sdoganamento: tra i turlupinati - leggi un convoglio con 500 mila esemplari “dissolto” in Svizzera - c’è anche Palazzo Balbi.

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