«Hanno sparato a Manuel, ma si sono pentiti»

«Non spararono per uccidere, non c’era premeditazione e sono soggetti incensurati, che hanno mostrato pentimento: vanno loro riconosciute le attenuanti». Sono le frasi con cui gli avvocati Giulia Cassa e Alessandro De Federicis hanno difeso ieri, a Roma, Daniel Bazzano e Lorenzo Marinelli, i due giovani di Acilia che nella notte tra il 2 e il 3 febbraio scorso spararono al trevigiano Manuel Bortuzzo, rimasto paralizzato alle gambe.
La sentenza, attesa per ieri, è stata rinviata alla prossima settimana, per lasciare spazio ad eventuali controrepliche dell’accusa. Questa, per voce del pm Elena Neri, lo scorso 23 settembre aveva chiesto per i due protagonisti la massima pena prevista con rito abbreviato, venti anni di reclusione per tentato duplice omicidio premeditato ed aggravato, avvenuto nel quartiere romano dell’Axa mentre Bortuzzo era in compagnia della fidanzata, rimasta illesa. Una richiesta, quella del pm, «esagerata rispetto a quelli che sono i fatti e le carte processuali» secondo la difesa di Bazzano e Marinelli, che prima dell’ingresso in aula – per voce dell’avvocato De Federicis – ha riportato anche lo stato d’animo dei due accusati.
«Sono anche loro ragazzi molto giovani, hanno accusato il colpo e 20 anni darebbero loro la prospettiva di uscire con una vita totalmente diversa» ha detto l’avvocato «È chiaro che la difesa ha fatto ciò che deve fare, portando più argomenti possibile, ma la richiesta dei 20 anni è troppo alta: chiederemo una pena più giusta e congrua. I ragazzi sono entrati in carcere con serenità, sapendo di aver compiuto un errore gravissimo e che devono espiare la propria pena. La accetteranno, qualsiasi essa sia, ma si augurano non sia così alta: hanno bambini e famiglie».
A dover pesare per l’applicazione delle attenuanti, secondo la difesa dei due accusati, dovrebbe essere in particolar modo la loro confessione. «In quel momento non c’era nessun ordine di carcerazione né alcuna altra richiesta» ha scandito ancora il difensore, «il video della confessione dimostra il loro stato d’animo in quel momento: erano pentiti».
Queste considerazioni serviranno a limitare la pena? Per saperlo serve attendere la sentenza definitiva, ora attesa per il 9 ottobre.
Intanto, né dalla famiglia né da Manuel stesso – che domenica sera è stato ospite di Che tempo che fa di Fabio Fazio su Rai 2 – arrivano particolari commenti alla vicenda giudiziaria e alla tesi della difesa. «Tutto ciò non ci interessa: speriamo solo che la giustizia faccia il proprio corso, noi continuiamo per la nostra strada e non vogliamo influenzare il lavoro dei giudici. Continuiamo con la linea del silenzio e se parliamo lo facciamo solo di cose belle» è il pensiero espresso ieri da Franco Bortuzzo, papà di Manuel. Il figlio, la sera prima, non si era discostato.
Sul fronte giudiziario «il mio stato d’animo è tranquillo» ha detto Bortuzzo da Fazio, «non dirò niente fino alla sentenza definitiva, ma anche quando arriverà non dirò nulla: che siano 20, 30 o 10 anni a me le gambe non tornano. Quindi devo pensare solo a me stesso, al mio sogno più grande cioè tornare a camminare. Le paralimpiadi di Tokio? Vedremo». —
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