I "mamai", quei fiori "veneti" che stanno scomparendo da dune e greti dei fiumi
"Veneto agricoltura" è impegnata nel salvataggio della "Stipa veneta", la graminacea che cresce lungo il litorale adriatico e le grave del Piave ma che è ridotta a pochissimi esemplari

BIBIONE. Dicono che le fate scendano nelle grave del Piave per prendere quei pennacchi morbidissimi con cui arricchire i propri vestiti.
Una volta tutti i bambini conoscevano i “mamai”, cioè quelle piante che fanno i fiori con pennacchi piumosi che assomigliano per morbidezza al pelo morbidissimo sulla pancia del gatto, il “mamao”.
Domenica una ragazzina di Moriago della Battaglia, un paesino in provincia di Treviso lungo il Piave, sull’altra sponda del fiume rispetto al Montello, ha portato al presidente della giunta regionale Luca Zaia un mamao di quelli che crescono proprio sul greto del Piave, in mezzo ai ciottoli.
“Ringrazio Sara Testa”, ha spiegato Zaia sul filo dei ricordi, “perché mi ha portato qui a Marghera un mamao”.
Non si sa se la storia sia vera o serva solo a “lanciare” la battaglia che la Regione, tramite Veneto agricoltura, ha intrapreso per salvare la Stipa veneta, o “lino delle fate”, la graminacea che vive solo a Nord Est, delicata e bellissima, ora ridotta a crescere esclusivamente lungo il litorale bibionese e in un unico luogo del Friuli vicino a Lignano.
Pianta a rischio estinzione altissimo, dunque, che verrà reimpiantata lungo le dune del litorale, luogo che predilige, sempre che si salvino le dune necessarie a farla crescere dall’assalto del turismo. Di questi giorni, ad esempio, l’autorizzazione a riaprire un altro stabilimento balneare in mezzo alle splendide dune degli Alberoni, sull’isola del Lido di Venezia.
Una volta reimpiantati lungo il litorale in almeno mille esemplari, se i mamai apprezzeranno verranno riportati anche lungo il Piave, in modo che il fiume riprenda la funzione impollinatrice e disperda il “lino delle fate” lungo le grave e le isolette del suo orso, come l’Isola dei Morti, a Moriago, in cui da 38 anni si svolgeva la “Festa dei mamai”, simbolo del paese.
Una pianta da salvare, assieme al suo ambiente.
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