I manga spinti sono pedopornografia? Condannato un veneto

L’uomo aveva cestinato i file che gli erano arrivati da un sito, inutile la denuncia fatta ai vigili urbani e alla Polizia postale. “Fumetti erotici giapponesi ritraenti bambini e bambine” tra i titoli di reato

FELTRINO. Immagini pedopornografiche nel cestino del computer. Un 29enne feltrino è stato condannato a due mesi e venti giorni di reclusione più 2.000 euro di multa. Rischiava tre mesi di reclusione e 1.500 euro di multa per detenzione di materiale pornografico, questa era stata la richiesta del pubblico ministero Gallego. Mentre il difensore Resenterra ha replicato con l’assoluzione.

Il materiale illegale era stato cestinato e, dopo averlo ricevuto, il futuro imputato si era rivolto prima alla Polizia locale del suo paese e poi anche alla Postale, per denunciare il fatto. Questa la tesi difensiva su un reato che prevede una pena fino a tre anni. Il giudice Feletto renderà note le motivazioni della sentenza, dopo di che la difesa valuterà se fare appello o meno.

La Polizia postale ha senz’altro trovato nel disco rigido del suo computer trenta files con dentro immagini virtuali di natura pedopornografica con minorenni tipo fumetti manga giapponesi dal contenuto sessualmente esplicito. E c’erano anche due video con ragazze minorenni. Il sequestro è del 16 ottobre 2018 e ieri si è arrivati a una prima conclusione.

Sei anni prima l’uomo era stato accusato di aver diffuso su un sito internet russo, tramite un determinato account collegato al suo indirizzo di posta elettronica tre album contenenti 189 immagini virtuali di natura pedopornografica, sempre ispirate ai caratteristici disegni nipponici, ma il reato di pornografia minorile è già prescritto ed è come se non fosse mai stato commesso.

L’uomo si è difeso, anche tramite l’avvocato Roberta Resenterra, ammettendo di essere andato all’indirizzo di quel sito, ma per scambiare alcune immagini della sua persona o, comunque, create da lui.

Un giorno gli è arrivato un messaggio, che conteneva sette file dal contenuto pedopornografico. La sua risposta è stata che non gli interessava quel tipo di immagini, che ha subito cancellato. Ma gliene arriveranno delle altre, che lo spingeranno a rivolgersi prima ai vigili urbani del suo paese e poi alla Polizia postale di Belluno.La tesi della magistratura è diversa, anche a proposito di un videogioco, tanto è vero che la Procura della Repubblica ha chiesto la condanna dell’imputato, dopo che nella penultima udienza era stato sentito in aula un sovrintendente veneziano, che ha sostenuto come lo scarico non fosse stato accidentale e le immagini trovate nel cestino fosssero recuperabili e, dunque, utilizzabili e condivisibili in qualsiasi momento. Ne è conseguita la condanna. —

Ma i fumetti di natura pedopornografica possano farsi rientrare nell'ambito operativo dell'art. 600;1 cp, che punisce la pornografia virtuale?

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