I tentacoli della mafia sul mattoneaffari anche ad Abano e Chioggia
Arrestati Marcello Trapani, legale del clan Lo Piccolo, e il procuratore sportivo Giovanni Pecoraro. Indagati un maresciallo della Guardia di Finanza di Chioggia residente a Piove di Sacco e l'imprenditore Claudio Toffanello, di Codevigo

Le mani di Cosa Nostra sugli appalti del Nordest. Il clan Lo Piccolo alla conquista di Chioggia. Otto milioni di euro da investire nella costruzione di case grazie alla complicità di un impresario di Codevigo e la mediazione di un finanziere cugino dell’avvocato del clan e in servizio a Chioggia. E’ quanto emerge dall’ultima indagine della Procura Antimafia di Palermo e della Guardia di Finanza che, ieri, ha fatto finire in carcere l’avvocato palermitano Marcello Trapani e il procuratore sportivo Giovanni Pecoraro. Nell’indagine entrano a pieno titolo anche il maresciallo delle Fiamme Gialle Salvatore Cataldo e l’imprenditore edile Claudio Toffanello. E poi c’è la figura, sfumata, del consigliere comunale di An di Chioggia Massimo Mancini. L’esponente promette il suo interessamento perché Toffanello possa avere un aiuto per aggiudicarsi la realizzazione di una parte degli interventi previsti nell’Isola dei Saloni, in quello che tutti conoscono come il Piano di riqualificazione urbanistica ambientale «ex area Adria Docks». Toffanello aveva il compito di investire gli otto milioni di euro di Cosa Nostra. E sapeva di chi erano.
Cosa Nostra punta a Nordest.
Dopo la cattura di Bernardo Provenzano nel 2006, il clan di Salvatore Lo Piccolo diventa il più importante di Palermo. Le forze dell’ordine e la magistratura puntano gli occhi su Salvatore Lo Piccolo, latitante da 30 anni e sui figli. Sono loro a tirare le fila degli affari di Cosa Nostra. Ma l’attenzione degli investigatori spinge il clan a spostare parte degli affari lontano da Palermo. Utilizzando soprattutto i componenti della famiglia che sono incensurati. Marcello Trapani, avvocato di fiducia del clan a questo punto diventa una figura importante. I Lo Piccolo attraverso lui guardano a Nord. O meglio a Nordest. E’ un uomo legato al gruppo che consiglia l’avvocato di contattare Salvatore Cataldo, maresciallo della Guardia di Finanza in servizio a Piove di Sacco. Non è chiaro perché quell’uomo suggerisca al legale di cercare il finanziere, tra le altre cose suo cugino, per individuare attività su cui investire. Di certo la madre di Trapani dice al figlio di non fidarsi del cugino quando viene a sapere che lo deve incontrare.
Cataldo e l’amico imprenditore.
E’ il gennaio del 2007 quando il clan sceglie il Veneto come luogo dove allungare i propri tentacoli. In particolare a Padova e Chioggia. Entra in scena Claudio Toffanello, imprenditore di Codevigo. Titolare di un’impresa edile e di un’agenzia immobiliare di Piove di Sacco, la «Idea 3». Lo introduce nell’affare Salvatore Cataldo. L’imprenditore è la persona giusta per poter convogliare il denaro in appalti. Si punta in appartamenti da realizzare Chioggia, a Cantarane di Cona e a Monteortone. L’affare più interessante è quello di Chioggia per il quale ora Toffanello è indagato per riciclaggio. Iniziano i viaggi di Trapani a Piove di Sacco. Alloggia all’«Hotel Point». Soggiorni che paga Toffanello. Ma l’imprenditore e Cataldo si recano spesso a Palermo dove incontrano Trapani. E qui, secondo la Dda di Palermo, incontrano Calogero e Claudio Lo Piccolo. I due della famiglia non ancora latitanti.
Otto milioni di euro da investire a Chioggia.
Viene individuato l’affare: otto milioni di euro per realizzare appartamenti, ottanta, nell’area del Piruea denominata «ex Adria Dock». Trapani che si rende conto di essere «attenzionato», decide di spostare parte della sua attività di legale a Padova. Incarica il cugino di trovargli un appartamento.
L’interessamento del consigliere.
Mentre l’affare è delineato e i soldi si pensa di farli arrivare in contanti grazie ad un giovane calciatore da far giocare nella Piovese, di cui Toffanello è socio, Cataldo contatta il consigliere di maggioranza a Chioggia Massimo Mancini perché aiuti Toffanello ad entrare nel business dell’«Adria Docks». Mancini, esponente di An, s’impegna e rassicura anche Toffanello. Ma l’affare salta con l’arresto dei Lo Piccolo.
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