Il legale di Sorato «Venditti si astenga non sarà imparziale»
Samuele Sorato, ex direttore generale della Bpvi, la settimana scorsa, ha deposto al processo in corso ai vertici della Bpvi, dal quale la sua posizione è stata stralciata per motivi di salute e nella stessa giornata ha iniziato l’udienza preliminare.
Avvocato Fabio Pinelli, il suo assistito davanti ai giudici ha detto, sintetizzo, “vorrei spiegare, ma per le mie condizioni di salute non posso farlo” appellandosi alla facoltà di non rispondere. Lei ha presentato istanza che l’audizione, come imputato di reato connesso, avvenisse a porte chiuse, e questo a tutela di riservatezza delle condizioni di salute di Sorato. La sua presenza è stata ritenuta indispensabile tanto che si è minacciato l’accompagnamento coatto.
«Il Tribunale ha ritenuto che – pur a fronte delle difficoltà fisiche – il dott. Sorato dovesse esprimere in udienza la volontà di avvalersi della facoltà di non rispondere. È stata data, a mio avviso, una applicazione molto rigida della norma che prevede per il testimone l’obbligo di presentarsi una volta citato, poiché Sorato aveva già manifestato anticipatamente al Tribunale il suo intendimento di non rispondere. L’istituto poggia su evidenti necessità di utilità probatoria, nel caso di specie inesistenti».
Il giudice Roberto Venditti non ha accolto il legittimo impedimento. Può spiegarci?
«Il dott. Venditti ha ritenuto che le condizioni di salute del dott. Sorato, pur gravi, non fossero tali da inficiare la possibilità della partecipazione fisica alle udienze. La posizione della difesa è diversa nel senso che , come del resto ha affermato la giurisprudenza più recente, la garanzia sottesa all’esercizio del diritto di difesa comporta che l’imputato debba essere in grado di presenziare al processo come parte attiva della vicenda che lo coinvolge, poiché il diritto alla salute implica la inesigibilità di imporre al malato stress psico-fisici tali da poter aggravare le condizioni di salute o provocare sofferenze apprezzabili. Il processo è, per ogni imputato, senza ombra di dubbio, un evento altamente stressante».
Lei giovedì 14 novembre ha presentato richiesta di astensione per il gup, può spiegarci perché?
«Ho presentato richiesta al giudice affinché valutasse l’opportunità di astenersi. Parliamo di un giudice di grande competenza professionale e caratura morale, cosicché la richiesta deve essere inquadrata unicamente in un’ottica di rispetto del principio di imparzialità della decisione. Il giudice che ha già giudicato per i medesimi fatti e le medesime questioni giuridiche perde tale requisito: si troverebbe paradossalmente a pronunciarsi su quanto da lui stesso già deciso, piuttosto che sul fatto in contestazione. Non dobbiamo dimenticare che la posizione di Sorato è inscindibile da quella degli altri imputati, già giudicati e rinviati a giudizio, e, altresì, che per una contestazione il Giudice abbia già rinviato a giudizio il concorrente morale di un reato che sarebbe stato materialmente commesso da Sorato. Come è noto, non si può concorrere moralmente con un autore materiale innocente. Quindi, in questo caso, aver rinviato a giudizio il concorrente morale (Giustini) pregiudica la possibilità di una valutazione di assenza di responsabilità del dott. Sorato».
Cosa potrebbe avvenire ora se il gup decidesse, come probabile, di non astenersi?
«Non sarebbe corretto da parte mia commentare possibili decisioni del giudice. Siamo però convinti che le ragioni siano assolutamente serie e fondate, e rispondano ad elementari principi del nostro ordinamento». —
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