Il pm ha chiesto la confisca di 25 milioni ai grandi accusatori del processo Mose

Si apprestano a Patteggiare Baita, Minutillo, Buson, Savioli e Voltazza. Difficile per lo Stato aggredire i beni degli imputati
Interpress/Gf.Tagliapietra.07.07.2016.- Prcesso Mose. Piergiorgio Baita.
Interpress/Gf.Tagliapietra.07.07.2016.- Prcesso Mose. Piergiorgio Baita.

VENEZIA. I conti parlano di 25 milioni e rotti di euro. A tanto ammontano le richieste di confische per i cinque “Grandi Accusatori” del Mose – Piergiorgio Baita, Claudia Minutillo, Nicolò Buson, Pio Savioli e Mirco Voltazza – che si apprestano a patteggiare la pena (tutti con la sospensione condizionale perché inferiore ai due anni) il prossimo 28 febbraio.

Per sciogliere il nodo delle confische, nella scorsa udienza il gup Gilberto Stigliano Messuti aveva chiesto alla Procura di presentare un prospetto che tenesse conto di tutti i reati contestati nei capi d’imputazione e di quanto già versato da coloro che avevano patteggiato subito dopo l’esplosione dello scandalo. Nei giorni scorsi il procuratore aggiunto Stefano Ancilotto ha depositato i conteggi effettuati dalla Guardia di Finanza, ora in mano ai difensori dei Grandi Accusatori che sono pronti a dare battaglia.

Dei 25.076.627, 76 euro che per la Procura sono da confiscare, la parte del leone la fanno i 19 milioni e 150mila euro contestati a Piergiorgio Baita, ex amministratore delegato di Mantovani, e Nicolò Buson, ex direttore finanziario della società, per quanto riguarda i marginamenti di Porto Marghera.

A settembre 2017, per questo stesso filone erano stati condannati l’ex ministro Altero Matteoli e l’amico imprenditore Erasmo Cinque. Il tribunale aveva disposto la confisca (in parti uguali) ai due imputati. Ma Matteoli è morto a dicembre 2017 e Cinque ha presentato appello. Al momento, dunque, di quei 19 milioni non è stato versato nemmeno un euro. Ora Baita e Buson sono chiamati a rispondere in solido.

E sempre Baita compare in quasi tutte le obbligazioni in solido per i diversi capi d’imputazione. Tra gli altri importi che la Procura veneziana chiede di confiscare ai Grandi Accusatori ci sono 1,3 milioni per la corruzione dell’ex presidente del Magistrato alle Acque Patrizio Cuccioletta (contestato a Baita, Buson e Savioli, consulente del consorzio della cooperative venete Coveco); 348mila euro per la corruzione dell’allora presidente della Regione Giancarlo Galan (Baita, Buson, Savioli e Minutillo, ex braccio destro di Galan); 1,7 milioni per la corruzione dell’allora assessore alla Mobilità Renato Chisso (Baita e Minutillo). Le difese si batteranno per contestare l’importo delle confische.

Spetterà al gup Stigliano Messuti stabilire le cifre definitive nella sentenza dei patteggiamenti, su cui non dovrebbero esserci problemi. Due anni la pena su cui accusa e difesa hanno trovato l’accordo per Baita, Minutillo e Voltazza. Un anno e 8 mesi la proposta di patteggiamento per Savioli e Buson.

Particolarmente difficile pensare comunque che lo Stato possa aggredire beni degli imputati per importi che si preannunciano in ogni caso elevati. –

 

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