Il presidente e la querela a Balasso «Ammetta l’errore ed è finita qui»
LA POLEMICA
«Natalino Balasso è l’unico artista che sono stato costretto a denunciare, non per sete di vendetta ma a tutela della mia reputazione, sulla quale non transigo, e a garanzia della comunità e della mia famiglia. Mi spiace che sia ossessionato dalla mia figura, io non ho problemi con lui: ammetta l’errore commesso e finisce qui». Luca Zaia replica così al lamento del comico polesano («Non so perché mi abbia denunciato, sono senza soldi, semmai finirò in galera») e rivela le origini del casus belli, innescato, anni fa, da un post del sassofonista Marco “Furio” Forieri: «Io me lo ricordo Zaia pierre all’Odissea di Spresiano. Dopo un concerto dei Pitura Freska è entrato in camerino domandandoci se volevamo delle troie per il post concerto. Oggi è il nostro governatore. Figata».
«Tutto falso, io all’Odissea sarò apparso due o tre volte, i Pitura non hanno mai fatto un concerto in quel locale né io li ho mai visti o conosciuti», ribadisce Zaia dopo la smentita pubblica (corredata dalle scuse formali e dalla rimozione del post) del fantasioso musicista.
Storia conclusa, sembrerebbe. Invece no. Perché il 7 maggio 2020 è Balasso a esumare e ripubblicare il fatidico messaggio. «Erano le 00.39 – continua Zaia – e vi faccio presente che all’indomani saremmo usciti dal lockdown in circostanze drammatiche, è trascorsa mezza giornata e alle 15.42 il signor Furio ha rettificato nuovamente con queste parole “Il post su Luca il governatore è falso e lesivo, diffido dal condividerlo, è una fake news”. Invece lui l’ha lasciato lì, con commenti e condivisioni a questa infamia. Allora, io capisco che gli artisti siano da rispettare ma che si venga a dire che questa roba qui è arte, no. Vi ricordo che “offrire delle troie” non è uno scherzo ma un reato».
«Comunque Balasso non deve preoccuparsi» prosegue il presidente «non ho mai chiesto un centesimo alle persone che ho querelato, semmai donazioni benefiche o impegno nel volontariato, e lui la può risolvere in cinque secondi nelle modalità di una persona seria quale io credo sia: ammetta di avere fatto una cavolata e si scusi. La satira è il sale della democrazia, non mi sono mai lamentato, ma al posto mio accettereste che qualcuno dica, falsamente, che tu “offrivi le troie”?».
Tant’è. Salvo ramoscelli d’olivo, l’appuntamento è per il 18 giugno nell’ufficio del gip di Venezia Francesca Zancan: sarà lei a decidere se archiviare la denuncia per diffamazione a carico del comico (come ha chiesto il pm Daniela Moroni, ritenendo il sassofonista unico responsabile della fake originaria) o rinviarlo a giudizio. Nel frattempo Balasso non rinuncia a punzecchiare: «Il problema di Luca Zaia sono i troppi veneti che gli leccano il culo: politici, giornalisti, perfino oppositori», il suo videomessaggio; «Che dire? Ringrazio della solidarietà ricevuta, ma perché sempre e rigorosamente in privato? Ci fosse un po’ meno viltà...». —
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