Il team Monti e la star dell’influenza aviaria

PADOVA. Ilaria Capua va in America, lascia la poltrona da parlamentare dopo aver imparato uno degli aforismi più cari al poeta Arturo Graf: «Essendo l’ignoranza assai volte più altezzosa e caparbia, bisogna che la scienza sappia essere mansueta e modesta». E lei scienziata lo è per davvero al punto da essere inserita, nel 2007, dalla rivista Scientific American tra i cinquanta ricercatori più importanti del mondo, mentre nel 2008 la rivista Usa Seed l’aveva inclusa tra le cinque “revolutionary minds”.
Ilaria Capua, con un team di ricercatori dello Zooprofilattico delle Tre Venezie, nel 2006 ha individuato un ceppo dell’aviaria e invece di brevettare quella scoperta l’ha resa pubblica senza incassare le royalties come alcune case farmaceutiche avrebbero preteso. Anzi, in tv e nei suoi libri ha difeso il diritto a “costo zero” del libero accesso ai dati sulle sequenze genetiche dei virus.
Una “star” della biologia in grado di combattere l’influenza aviaria, la peste avicola che ha scatenato il panico tra gli allevamenti di polli e tacchini, con una coda giudiziaria degna di una spy -story Usa-Italy per i risvolti legati alla produzione di farmaci. Storie di dieci anni fa.
Che Ilaria Capua fosse una scienziata di rango internazionale lo aveva capito Mario Monti nel 2013 quando, nella sua rapidissima cavalcata in politica, ha schierato una pattuglia di intellettuali, docenti universitari e imprenditori sotto il simbolo di Scienza Civica: un partito-élite pronto a difendere i valori liberali, il patto e le regole Ue, la concorrenza dei mercati, la ricerca universitaria e l’innovazione tecnologica. 67 deputati alla Camera, una ventina al Senato, ago della bilancia per la soffertissima vittoria di Bersani su Berlusconi, estromesso poi dal Senato grazie alla legge Severino, applicata anche nei confronti dell’ex ministro e deputato di FI Giancarlo Galan. La Severino, ex ministro di Giustizia nel Gabinetto di “salute pubblica” del professor Mario Monti, è tornata ai suoi uffici di avvocato, senza subire condizionamenti perché estranea al sottobosco della politica, che spesso fa prevalere la “solidarietà di casta” ai doveri istituzionali: senza Monti e la Severino, Berlusconi sarebbe ancora seduto sullo scranno in Senato.
Tutto questo per dire che la società civile, di cui Ilaria Capua fa parte a pieno titolo, spesso è corpo estraneo e come tale viene espulsa dal ceto politico: il trasformismo parlamentare degli ultimi tre anni ha portato alla frantumazione di Scelta civica che si ritrova con 20 deputati su 67, guidati da Enrico Zanetti, segretario e viceministro dell’Economia, impegnato nell’ inutile richiesta dell’azione di responsabilità verso i vertici di Bpvi che nell’era Zonin hanno “bruciato” 5-6 miliardi di risparmi dei 125 mila famiglie.
«Quel partito non c’è più perché appena Monti è uscito di scena tutti sono scappati, chi nel Pd come il ministro Giannini e il senatore Dalla Zuanna, chi in area Popolare Ncd di Alfano, come il sottoscritto», spiega Andrea Causin, deputato veneziano, ex montiano.
La Capua, appena rassegnerà le dimissioni annunciate in commissione, verrà sostituita da Domenico Menorello, avvocato padovano, ex vicesindaco e assessore al Traffico a Padova, uno dei “padri” del tram elettrico, prima osteggiato e poi realizzato con orgoglio, anche se a farlo circolare è stata la coppia Rossi-Zanonato. Menorello è un cattolico legato all’area Cl, al gruppo dell’ex ministro della Difesa Mario Mauro, cresciuto con Formigoni e Lupi a Milano.
E la Capua? Dovrà attendere che la giustizia, dopo dieci anni, faccia il suo corso: l’inchiesta è stata trasferita da Roma ai tribunali di Pavia, Padova e Verona e coinvolge14 imputati.
Albino Salmaso
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