Il Veneto: i termoscanner a scuola unica via per prevenire il contagio
È la richiesta della Regione al Governo: «Inattendibile la misurazione della temperatura in famiglia»

PH LAPO SCUOLA JB CERLOGNE DI AOSTA - TEST SIEROLOGICI COVID 19 AGLI INSEGNANTI (b. 49) Immagine t2.jpg da LAPO host PC-LAPO @autore stesar
VENEZIA. A piccoli passi verso un riavvio scolastico mai così ansiogeno. La lieta novella di giornata arriva dal direttore dell’Ufficio scolastico regionale: «Il Veneto ha ottenuto 112 milioni di euro per finanziare le supplenze brevi di docenti e collaboratori che si renderanno necessarie a partire dal 14 settembre», fa sapere Carmela Palumbo, lesta a precisare che i fondi coprono «per quasi il 90% il fabbisogno di 128 milioni espresso» e che «oggi stesso partiranno le lettere agli istituti che definiranno il tetto massimo di spesa consentita».
Irrisolto il nodo del trasporto
Nel frattempo, l’assessore veneto all’istruzione saluta con soddisfazione la revoca dell’obbligo di mascherina in classe decisa dal ministero ma sollecita ulteriori correttivi: «Alla fine l’abbiamo spuntata, meglio tardi che mai», commenta Elena Donazzan «fin dall’inizio avevamo avvertito che “imbavagliare” per ore in classe a bambini e ragazzi in fase di crescita sarebbe stato un errore, sia sotto aspetto della salute che sul versante della didattica».
Irrisolto invece il nodo del trasporto - «La mediazione sulla capienza all’80% dei posti è ingiustificata e inapplicabile e creerà solo complicanze nella gestione del flusso di studenti, soprattutto nelle superiori» - e ancor più quello riguardante la misurazione della temperatura in ingresso per studenti, docenti e personale: «Proponiamo l’installazione di termoscanner in tutte le sedi scolastiche come già avviene negli uffici pubblici, negli aeroporti, in alcune grandi aziende. Affidarsi alla misurazione a casa da parte delle famiglie è chiaramente inattendibile, così come sarà impraticabile misurarla individualmente con l’uso della “pistola”». Starremo a vedere.
Accordo con i medici da 11,5 milioni
Tra i molti rivoli della pandemia c’è anche il contraccolpo sul sistema sanitario e l’adeguamento del trattamento economico ai camici bianchi, già destinatari di un bonus di 11,5 milioni per l’impegno straordinario sul fronte Covid. A riguardo, su proposta dell’assessore Manuela Lanzarin la Giunta Zaia ha ratificato l’accordo con raggiunto le parti sindacali - medici, veterinari, dirigenti ospedalieri - stanziando 4 milioni per il 2020 (ma la cifra salirà negli anni successivi fino a raggiungere i 15 nel 2026) destinati anche a compensare prestazioni aggiuntive e impegno nel contenimento delle liste d’attesa.
Soddisfatti i sindacati autonomi della dirigenza medica e sanitaria- «Un grande passo avanti per la lotta alla disuguaglianza retributiva» - nonché la Cgil che, per voce di Sonia Todesco e Giovanni Canpolieti, parla di «ottimo risultato che consegna alla contrattazione aziendale importanti strumenti per valorizzare il personale».
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