I'm not Cinderella: calzature femminili da sogno in mostra a Venezia

Le scarpe col tacco celebrate al T-Fondaco dei Tedeschi con i gioielli in prestito dal Museo della calzatura
Emilio Pucci. Sandalo incrostato di strass dell’estate del 2003, che si ispira ad un modello creato dal designer americano David Evins nel 1934 per l’attrice Claudette Colbert nel film “Cleopatra” di Cecil B. DeMille.
Emilio Pucci. Sandalo incrostato di strass dell’estate del 2003, che si ispira ad un modello creato dal designer americano David Evins nel 1934 per l’attrice Claudette Colbert nel film “Cleopatra” di Cecil B. DeMille.

VENEZIA.  Donne che scelgono di indossare delle scarpe coraggiose, eccentriche e ricercate: le scarpe con il tacco da sempre sono il simbolo della femminilità ed è dal piacere di piacere sia a sé stesse sia agli altri che nasce il loro stretto legame con chi le indossa.

Si intitola “I’m not Cinderella. I just love shoes” la mostra che T Fondaco dei Tedeschi by DFS presenta dal 16 novembre 2018 al 13 marzo 2019.  Il lifestyle department store nel cuore di Venezia, che ha anche nel suo DNA una vocazione di operatore culturale, espone circa quaranta modelli di scarpa con tacco provenienti dal Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi, che raccoglie una collezione di oltre 1500 calzature femminili di lusso. Prodotte dal calzaturificio Rossimoda negli oltre settant'anni di attività, sono frutto della collaborazione con i marchi della moda più prestigiosi del panorama internazionale.

Le calzature in mostra sono state selezionate per rappresentare quattro possibili profili psicologici di donna e appartengono tutte a collezioni passate, dagli anni Sessanta ad oggi. Tra i brand esposti, solo per citarne alcuni, ci sono: Christian Dior, Givenchy, Emilio Pucci, Fendi, Nicholas Kirkwood, Kenzo, Loewe e Celine.

A Venezia la mostra sulle calzature femminili: tacchi, vertigini e lusso

E per raccontare la storia dei tacchi sono inoltre esposti alcuni modelli della piccola ma preziosa collezione di calzature antiche ospitata al Museo. Si parte da uno zoccolo in legno, intarsiato in madreperla, del secolo XVI per arrivare al famoso “tronchetto” della seconda metà del XIX secolo.

“T Fondaco dei Tedeschi by DFS promuove al suo interno un’intensa attività culturale e artistica, organizzando sia eventi che mostre, – dichiara Patrizia Moro, Vice President del department store veneziano –. In particolare questa esposizione dedicata alle scarpe femminili con il tacco consente di immergersi nella bellezza e, nel contempo, di apprezzare la sapiente artigianalità che sta dietro a queste creazioni. Vogliamo, infatti, valorizzare il savoir faire e il lavoro artigiano che, nella loro massima espressione, hanno un legame intimo con l’arte, la creatività pura e il design”.

Siamo felici di questa proficua collaborazione con il T Fondaco dei Tedeschi – dichiara Cristina Rossi, direttore del Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi – che ci ha permesso di poter mostrare nel cuore di Venezia e attraverso un percorso narrativo originale alcune delle scarpe che hanno fatto la storia della calzatura e che sono il frutto della preziosa artigianalità che il calzaturificio Rossimoda e il distretto della Riviera del Brenta più in generale ha saputo far valere sulla scena internazionale collaborando con i più grandi stilisti al mondo e che il nostro museo orgogliosamente custodisce e valorizza ”.

Allestimento ed elemento narrativo

L’allestimento di “I’m not Cinderella. I just love shoes” è stato pensato all’interno di una “scatola bianca”, affinché la forma e l’estetica della calzatura, così come i suoi colori e la sua artigianalità risaltino. Le scarpe in mostra di proposito non sono state inserite in teche bensì posate a terra o su scatole, idealmente pronte per essere indossate.

Le quaranta calzature prendono vita e sono raccontate attraverso un allestimento che fa riferimento all’identità, i valori e le motivazioni di quattro possibili profili psicologici di donne - Eleganza equilibrata, Ambizione grintosa, Successo estetico e Creatività audace - che sono stati redatti dalla psicologa della moda Paola Pizza.

“Ci si può rispecchiare in una di queste quattro rappresentazioni del sé – sottolinea Paola Pizza, psicologa della moda – oppure immaginare il proprio diverso e originale modo di esprimere l’identità, utilizzando le scarpe come un linguaggio che collega corpo e psiche, esterno e interno, individuo e gruppo. Il significato delle scarpe, vero totem della libido, va interpretato in relazione all’identità personale e sociale e allo stile di vita.  Esse narrano la mediazione tra il principio del piacere (voglio!) e il principio di realtà (posso?), e tra il sé reale, ideale e imperativo. Permettono inoltre di giocare con la molteplicità dei nostri sé, e di passare da un sé ad un altro (ad esempio da quello lavorativo a quello seduttivo), semplicemente sfilando una scarpa e indossandone un’altra.”

I quattro profili di donna e le “loro” scarpe

ELEGANZA EQUILIBRATA

Equilibrata, razionale, misurata, non ama mettersi in mostra. Predilige ciò che è nitido, pulito, preciso, semplice. Dà molta importanza all’organizzazione e alla pianificazione delle attività. Predilige la continuità e la fedeltà a brand di qualità.

La sua identità è centrata sull’appartenenza e sull’identificazione con i valori del suo gruppo. La moda l’aiuta a comunicare l’adesione a questi valori, attraverso uno stile semplice, curato e di pregio.

Predilige ciò che è abbastanza sobrio e durevole, e sceglie abiti e accessori per non farsi notare ed essere come gli altri. Trova eccessive le tendenze modaiole, e cerca un proprio stile nel comfort e nella semplicità.

Per lei le scarpe sono espressione di eleganza e di misura. Non ama le scarpe che si fanno troppo notare. Non indossa tacchi troppo alti, né modelli trasgressivi, e predilige uno stile pulito che comunica stabilità e equilibrio. Indossa con costanza modelli comodi, ricercati nella fattura e con molta attenzione ai particolari.

AMBIZIONE GRINTOSA

Ambiziosa, di forte volontà, competitiva, grintosa, con impulsi forti. Impaziente di fronte ad ostacoli e ritardi. Ama i ruoli di leader e di controllo e cerca di far valere la sua influenza sugli altri. Non tiene in molta considerazione le convenzioni sociali. Le piace essere imprevedibile e mutare.

La sua identità è centrata sui ruoli di potere che ricopre. Predilige capi che si fanno notare per originalità e grinta, e non è influenzata dal parere degli altri. Vuol essere notata, guardata e copiata, senza paura di eccedere.

Per lei i tacchi sono come un’arma: sono un modo per affermarsi e dominare.  Sceglie le scarpe per comunicare con chiarezza il suo ruolo di potere. Le ama eccessive e trasgressive per dare un tocco di unicità e aggressività al look. Predilige tacchi altissimi e a stiletto.

SUCCESSO ESTETICO

Ha un atteggiamento positivo verso la vita e ampi interessi. È intraprendente, e orientata alla realizzazione. Ama la vita sociale nella quale si sente a suo agio. Ricettiva alle stimolazioni estetiche, ricerca nuove esperienze, rifuggendo dalla routine.

La sua identità è legata all’appartenenza ad un gruppo vincente e di successo. Il suo stile di vita è incentrato sull’estetica e il senso del bello. L’eleganza è il suo obiettivo.

Nella moda sceglie ciò che è di tendenza per sentirsi appartenente ad un gruppo esclusivo.

Per lei le scarpe sono un’espressione di successo e di competizione sessuale. Ama i tacchi che la fanno sentire più sicura. La bellezza delle scarpe è per lei una esperienza emozionale, ed è fonte di energia.

CREATIVITÀ AUDACE

È indipendente, autonoma e libera, non ama le restrizioni né le imposizioni, e spesso agisce d’impulso, sfidando le convenzioni. È incuriosita da tutto ciò che è creativo, e attratta dall’esplorazione di ciò che è nuovo. Le piace destare impressione e essere osservata.

La sua identità è centrata sugli aspetti unici del sé che la rendono diversa dagli altri e originale.

Predilige capi eccentrici e all’avanguardia per farsi notare ed essere in anticipo sugli altri. La sua voglia di essere creativa la porta a innovare il modo di abbinare i capi o di indossarli creando una antimoda.

Per lei le scarpe sono un modo per esprimere la sua unicità e attrarre l’attenzione degli altri. Le piacciono i modelli innovativi, estrosi, audaci ed eccessivi che solo pochi possono indossare e che le permettono di essere notata.

Il Museo della Calzatura a Villa Foscarini Rossi

Il Museo della Calzatura di Villa Foscarini Rossi è nato nel 1995 dall’iniziativa di Luigino Rossi, allora proprietario del calzaturificio Rossimoda, con l’intento di appagare le sue tre più grandi passioni: le scarpe, l’arte e la sua terra.

A tale scopo è stato acquistato alla fine degli anni ’80 il complesso architettonico di Villa Foscarini, una dimora storica seicentesca a Stra, lungo le rive del fiume Brenta nell’entroterra veneziano, composta da tre edifici: il corpo padronale, sede oggi del Museo aziendale, la Foresteria, che nel suggestivo Salone delle feste, ospita eventi di prestigio e le vecchie scuderie, destinate ad abitazione privata della famiglia Rossi.

La nobile famiglia veneziana dei Foscarini chiamò per la realizzazione della propria dimora di villeggiatura il celebre architetto Vincenzo Scamozzi e nel 1652, fece affrescare il Salone della Foresteria dal quadraturista bresciano Domenico de’ Bruni per la parte prospettica e dal pittore veneziano Pietro Liberi per quella allegorica.

Negli oltre 700 metri quadri, divisi su due piani, del corpo padronale è stata collocata l’esposizione di 1500 modelli di calzature femminili di lusso, prodotti dalla Rossimoda nei suoi oltre settant’anni di attività, frutto della collaborazione dell’azienda con i più grandi stilisti del panorama mondiale della moda.

L’intento di Luigino Rossi è stato inizialmente quello di raccontare il percorso imprenditoriale della sua famiglia, giunta alla terza generazione, e la storia delle sue collaborazioni con le più grandi case di moda (Rossimoda ha prodotto scarpe per Christian Dior, Yves Saint Laurent, Ungaro, Christian Lacroix, Fendi, Donna Karan, Calvin Klein, solo per citarne alcuni e adesso prosegue con i marchi Emilio Pucci, Celine, Givenchy e Nicholas Kirkwood).

La Rossimoda rappresenta, in termini qualitativi, una delle azienda leader del distretto calzaturiero della Riviera del Brenta, famoso in tutto il mondo per la sua produzione di scarpe femminili di lusso e griffate. Con il suo museo, unico nella zona, svolge anche il compito di divulgare i “saperi” del territorio e di diffondere la conoscenza delle tradizioni di cui i calzaturieri sono gli eredi (le competenze acquisite vantano origini antiche, con la Scuola dei “Calegheri”, una confraternita di artigiani veneziani testimoniata sin dal 1268, poi trasferitisi in terraferma durante le invasioni napoleoniche). Il museo funge quindi da testimonianza del loro “saper fare” e degli elevati standard qualitativi raggiunti dalle sue maestranze, che rappresentano la loro maggiore fonte di competitività in ambito internazionale.

Il museo documenta poi, attraverso l’accessorio “scarpa”, l’evoluzione del costume nella seconda metà del ‘900, fornendo uno spaccato della nostra storia, in cui le influenze sociali, economiche e culturali hanno indubbiamente lasciato il segno.

Per raggiungere questi obiettivi, si è reso necessario valutare attentamente i pezzi conservati dall’azienda, scegliendo quelli più significativi da esporre, sia in termini di creatività, che d’artigianato d’alta qualità, d’innovazione tecnologica, di sfruttamento di nuovi materiali e naturalmente di popolarità.

In tal modo si è riusciti a presentare i singoli pezzi come oggetti fine a se stessi: pur mantenendo la loro funzione, la trascendono e divengono elementi che, posti nella teca, acquistano vita propria, come probabilmente accade nella mente dei loro creatori. Della selezione si è interessato il fondatore, e ora prosegue con il personale del Museo supportato dall’ufficio stile della manifattura, soprattutto da coloro che si occupano della progettazione dei modelli, quindi i più qualificati nel valutarne i pregi.

L’allestimento, per essere coerente con gli intenti, è stato organizzato seguendo un percorso tematico, che valorizza il contributo delle singole case di moda ed evidenzia, quindi, le peculiarità dell’estro creativo dei singoli stilisti, con un occhio di riguardo all’evoluzione stilistica della “griffe” nel corso del tempo, ove gli anni di collaborazione con la Rossimoda lo rendano possibile.

Il Museo offre l’opportunità all’impresa e al territorio di avere una maggiore visibilità nei confronti dei mercati di sbocco e dei proprietari delle licenze, ma ha anche il compito di documentare la creatività del distretto nel corso del tempo (a questo proposito all’interno della raccolta è stata collocata una collezione di scarpe veneziane del ‘700 e dell’’800) e fungere da collante tra le innumerevoli piccole e medie imprese situate nella zona, che dal museo, si sentono in qualche modo rappresentate. Viene infatti utilizzano in diverse occasioni come degna conclusione delle visite alle loro aziende (di fondamentale importanza a tale riguardo è la collaborazione con l’Acrib, l’associazione calzaturieri della Riviera del Brenta, che da cinquant’anni si occupa della promozione del distretto in ambito internazionale).

Ultimo, ma forse principale, è il compito di rappresentare un grande stimolo per le produzioni future: da alcuni anni è in corso un progetto per la creazione di un archivio digitale, che mette a disposizione di creativi e studenti le immagini ad alta risoluzione del giacimento storico della manifattura. L’attività ha già permesso di fotografare e schedare oltre 17.800 modelli delle collezioni passate che risultano particolarmente preziosi per il lavoro degli uffici stile e per gli studenti del Politecnico calzaturiero, la scuola di modellisti del distretto, che dal 1923 si occupa della formazione dei futuri designer della calzatura. Gli studenti visitano il museo e consultano l’archivio virtuale, con l’intento di osservare da vicino i pezzi più interessanti della raccolta per poi trarne ispirazione.

Per rendere ulteriormente fruibile la struttura sono stati messi a punto numerosi percorsi didattici all’interno della villa, dedicati a diverse fasce d’età, che coinvolgono la collettività e soprattutto le scuole, al fine di accrescere la conoscenza delle competenze che hanno dato lustro al territorio e stimolare l’attaccamento alle tradizioni locali.

Infine vengono organizzati ed ospitati eventi (convegni, seminari, presentazioni di pubblicazioni), che sviluppano la cultura del distretto e consentono, grazie al contatto e al confronto con esperti di settore, di arricchire le competenze.

Dal 2003 il complesso di Villa Foscarini Rossi e il calzaturificio Rossimoda appartengo al gruppo finanziario del lusso LVMH, che nell’intento di proseguire nella realizzazione degli impegni passati ha investito il Museo di nuovi significati e responsabilità, soprattutto quello di fungere da anello di congiunzione fra passato e futuro, trasferendo questa consapevolezza alle nuove generazioni.

 

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