PADOVA. Scoperto dalla Polizia della Questura di Padova un laboratorio clandestino di droga gestito da un albanese residente a Prato. Mercoledì pomeriggio, i poliziotti della
Mobile dopo un controllo su strada in via Turazza, hanno fatto irruzione in un’abitazione di Bosaro (Rovigo), sequestrando oltre 30 chili di eroina pura e qualche etto di cocaina.
In manette il 23enne Memaj Idrit, di origini albanesi residente a Prato. L'operazione nasce dal controllo del giovane albanese, operato in via Turazza a Padova, nel mentre lo stesso si trovava alla guida di una Polo bianca, auto di modello e colore corrispondente ad un’autovettura segnalata ai poliziotti della Mobile perché ritenuta sospetta, essendo stata notata muoversi abitualmente in zona Forcellini ed Ospedali di Padova, a ridosso della zona Portello, notoriamente frequentata da pusher di origini maghrebine, alcuni dei quali tratti in arresto nelle settimane scorse.
L’attività info-investigativa, consistita soprattutto nell’analisi di alcuni sistemi di videosorveglianza cittadini, ha portato ieri al controllo su strada. Il giovane ha inizialmente tentato di mostrarsi tranquillo, a tratti spavaldo, chiedendo persino conto e ragione del controllo cui era sottoposto.
Invitato innanzitutto ad indossare la mascherina al cospetto dei poliziotti, in ragione dei sospetti già maturati nei suoi confronti (confermati oltremodo proprio dal suo atteggiamento, ovvero dall’aver voluto ostentare a tutti i costi sicurezza), il giovane è stato perquisito sul posto.
Essendo noto ai poliziotti che le autovetture di quel modello dispongono di un vano sotto il sedile lato passeggero (una sorta di porta oggetti), nell’aprire lo stesso hanno potuto da subito rinvenire tre involucri (coperti con dei comunissimi calzini di cotone), contenenti della sostanza stupefacente del tipo eroina per un totale di sette etti e mezzo.
Unitamente alla sostanza è stata sequestrata la somma di 520 euro euro suddivisa in banconote di vario taglio, probabile provento di parte dell’attività di vendita già posta in essere in questo capoluogo.
L’esperienza del personale della Sezione “Antidroga”, presente sul posto, ha fatto intuire da subito che le caratteristiche della sostanza rinvenuta (eroina “caramellata”) e le modalità e forme di confezionamento (sottovuoto e suddivisa in pezzi difformi) presupponevano una certa professionalità e che la stessa non poteva che provenire da un laboratorio locale.
Ad insospettire ulteriormente i poliziotti la presenza di alcune chiavi, evidentemente riconducibili ad uno o più locali ove poteva essere custodita altra sostanza stupefacente. Da qui la necessità di individuare tali luoghi.
Scontato non potersi attendere da parte dell’albanese piena collaborazione. Ed a fronte delle indicazioni fornite da costui, circa la propria residenza (nella provincia di Prato), gli uomini della Squadra Mobile hanno voluto approfondire ulteriormente, avvalendosi degli strumenti investigati a disposizione.
D’intesa con il pm Benedetto Roberti, gli esperti dell’Antidroga hanno fatto dunque scattare gli accertamenti mirati a ricostruire gli spostamenti dell’albanese (ricorrendo anche all’analisi dei transiti in autostrada) per tentare di individuare i luoghi da lui frequentati nel corso della giornata, ovvero il centro di smistamento della droga.
I risultati dell'attività investigativa hanno così portato, soltanto in tarda serata, alla perquisizione di un appartamento posto al secondo piano in località Busaro.
Lì è stato scoperto un vero e proprio laboratorio dedito al confezionamento dello stupefacente. I poliziotti, con grande sorpresa, e purtuttavia trovando conferma ai sospetti iniziali, hanno rinvenuto e sequestrato complessivame…