«In quel carcere ho rischiato di morire»

ODERZO. Mauro Donadi, 54 anni, di Oderzo e la moglie Ghennet Tubatulla, 25 anni di Arba Minch, hanno già vissuto il dramma del carcere per il caso Viezzer. Donadi e la compagna sono stati rinchiusi in cella con il sospetto di aver ucciso Alessandro Viezzer prima che i sospetti volgessero sul padre, Vittorino Viezzer ora in cella. Donadi e Viezzer sono amici di vecchia data, insieme hanno aperto l’azienda agricola Artemisia, dove è subentrato Alessandro Viezzer. Donadi ora tornato a Oderzo. «Sono fortunato a essere ancora vivo» racconta «20 giorni dopo il delitto sono stato convocato dalla polizia che mi ha accusato di aver ucciso Alessandro senza uno straccio di prova. Sono stato rinchiuso in cella. La stessa cosa è accaduta a mia moglie che nell’azienda si occupava delle faccende di casa. Abbiamo trascorso un mese di inferno. Ho detto alla polizia che il 14 marzo ero fuori Arba Minch. C’erano dieci testimoni che garantivano». Donadi non si è arreso. «Mi hanno assistito due avvocati» spiega l’imprenditore opitergino «e per fortuna dopo un mese ho rivisto la luce del giorno. In carcere è stata dura e ho rischiato di morire di fame». Ma non finisce qui, perché una volta scarcerati i due si sposano e due giorni dopo le nozze si ammalano di malaria.
«Siamo stati salvati da un amico imprenditore padovano» racconta Donadi «che si è reso conto della delicata situazione e mi ha portato in un ospedale russo dove mi hanno curato e mi hanno guarito». (s.b.)
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