Indagati in silenzio davanti al giudice

Si presenta dal gip anche Mazzacurati. Parlano solo due imprenditori: «Mai conosciuto l’ex presidente di Venezia Nuova»
Di Giorgio Cecchetti

VENEZIA. È arrivato per ultimo, alle 17, accompagnato dai suoi due avvocati, Alfredo Biagini e Giovanni Battista Muscari Tomaioli, e come la maggior parte degli altri indagati ha scelto di tacere. In un primo momento sembrava che l’ex presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, 81 anni compiuti e con alcuni problemi di salute, non si sarebbe presentato e, invece, è arrivato e si è avvalso della facoltà di non rispondere che il codice concede a tutti coloro che finiscono sotto inchiesta. Poco meno di mezz’ora, il tempo per il giudice veneziano Alberto Scaramuzza, lo stesso che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che costringe l’anziano ingegnere e altri sei complici a rimanere agli arresti domiciliari, di spiegare quali fatti gli vengono contestati e poi via, di nuovo nella sua casa veneziana. Avevano compiuto la stessa scelta, due giorni fa davanti al giudice di Treviso, il suo braccio destro Federico Sutto e il rappresentante delle Coop nel Consorzio Pio Savioli, e lo stesso hanno fatto ieri altri otto indagati. Hanno taciuto Roberto Boscolo Anzoletti della «Lavori Marittimi e Dragaggi», difeso dall’avvocato Cristina Rossato, Mario e Stefano Boscolo Bacheto, della «Cooperativa San Martino», difessi dagli avvocati Antonio Franchini e Loris Tosi, Flavio Boscolo Contadin della «Nuova Co.Ed.Mar» difeso dall’avvocato Giuseppe Sarti, Luciano Boscolo Cucco, della »Dragaggi srl» difeso dall’avvocato Daniele Grasso, Erminio Boscolo Menela della »Boscolo Sergio Menela e Figli» difeso dagli avvocati Rosario Grasso e Giuseppe Boscolo, Antonio Scutari della «Clodiense Opere Marittime» difeso dall’avvocato Tommaso Bortoluzzi, e Carlo Tiozzo Brasiola della «Somit» difeso dall’avvocato Gianluca Rizzardi.

Gli unici a rispondere alle domande sono stati Juri Barbugian della «Nautilus» , difeso dall’avvocato Marco Vassallo, e Dimitri Tiozzo della «Tiozzo Gianfranco» difeso dagli avvocati Loris Codato ed Ernesto Nichetti. Il primo ha spiegato al giudice di non aver mai incontrato Mazzacurati, che secondo l’accusa è colui che avrebbe ideato e organizzato - dando gli ordini ai suoi uomini perché si muovessero in questa direzione - la turbativa d’asta per l’appalto dello scavo dei canali bandito dall’Autorità portuale. «Credo che neppure lui mi conosca» avrebbe aggiunto l’imprenditore, sostenendo di aver partecipato all’Associazione d’imprese che aveva vinto quel lavoro per una quota del 2,7 per cento, visto che la parte del leone l’aveva fatta Boscolo Anzoletti.

Anche Dimitri Tiozzo avrebbe sostenuto di non aver mai visto di persona Mazzacurati e di aver avuto un ruolo marginale in quell’ appalto e soprattutto di aver poi rinunciato al lavoro, senza arrivare alla fine dell’opera. Per i suoi difensori non sembrano esserci i gravi indizi di colpevolezza nei suoi confronti e hanno chiesto la revoca della misura al magistrato. L’avvocato Vassallo ed altri quattro difensori di altrettanti indagati hanno già presentato il ricorso al Tribunale del riesame, il cui presidente Angelo Risi probabilmente già oggi fisserà il giorno per l’’udienza e la discussione.

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