Interrogatorio fiume per Borrelli Tutti gli intrecci della corruzione

VENEZIA. È considerato dalla Procura di Venezia uno degli ingranaggi fondamentali della macchina della corruzione per ridurre gli importi degli accertamenti fiscali che ha portato, due settimane fa,...
VENEZIA. È considerato dalla Procura di Venezia uno degli ingranaggi fondamentali della macchina della corruzione per ridurre gli importi degli accertamenti fiscali che ha portato, due settimane fa, a sedici arresti. Ieri pomeriggio Elio Borrelli, già direttore del Centro operativo di Venezia dell’Agenzia delle Entrate e da maggio 2015 direttore provinciale delle Entrate di Pesaro-Urbino, si è presentato in Procura per parlare con il pubblico ministero Stefano Ancilotto, titolare delle indagini, e con gli investigatori delle Fiamme gialle che stanno seguendo l’inchiesta.


Cinque ore di interrogatorio, dal primo pomeriggio fino a sera, durante le quali Borrelli, portato dal carcere e assistito dai difensori, gli avvocati Antonio Franchini e Loris Tosi, ha chiarito la sua posizione dopo che, nell’interrogatorio di garanzia di lunedì 19, l’ex dirigente dell’Agenzia delle Entrate si era avvalso della facoltà di non rispondere. Una strategia difensiva necessaria per consentire ai suoi avvocati di studiare i faldoni prima di presentarsi davanti al pubblico ministero, come già nei giorni scorsi aveva fatto Giuseppe Milone, ex responsabile amministrativo (ora sospeso) della veronese Cattolica Assicurazioni.


A Borrelli, la Procura lagunare contesta diversi episodi corruttivi che sarebbero maturati in virtù del ruolo rivestito dal dirigente all’interno dell’Agenzia delle Entrate. Proprio Borrelli, in concorso con Massimo Esposito, direttore provinciale delle Entrate di Venezia, avrebbe ricevuto 140mila euro dalla famiglia di imprenditori jesolani Bison (papà Aldo è in carcere, i figli Lara e Fabio ai domiciliari) per ritardare le notifiche di accertamento fiscale e sbloccare il rimborso di consistenti crediti Iva. Dal commercialista chioggiotto Augusto Sartore, Borrelli ed Esposito avrebbero ricevuto la promessa di 50mila euro per sistemare gli accertamenti fiscali della ditta Somit, seguita dal professionista. E poi l’episodio della Cattolica Assicurazioni: in cambio della riduzione della verifica fiscale in corso, a Borrelli era stata promessa l’assunzione della compagna come dirigente. A Borrelli viene contestato anche l’accesso abusivo alla banca dati telematica dell’anagrafe tributaria, in uso ai dipendenti delle Entrate, su istigazione dell’avvocatessa padovana Lorenza Cracco.


Nel frattempo, «In attesa degli esiti dell’indagine, la Baggio spa Trasporti Combinati comunica di aver proceduto alla sospensione, a fini cautelativi, da ogni funzione e carica ricoperta nella società da Paolo Maria Baggio, amministratore, e Paolo Tagnin, addetto commerciale»: lo si legge in una nota diramata dall’azienda con sede a Marghera per la quale lavoravano Baggio e Tagnin, finiti in carcere con l’accusa di aver preso contatti, attraverso l’intermediazione della commercialista trevigiana Tiziana Mesirca, con il colonnello della Finanza Vincenzo Corrado e il dirigente delle Entrate Christian David per ottenere sconti fiscali. «La società afferma la sua estraneità al procedimento avviato dall’autorità giudiziaria e conferma di essersi sempre attenuta al rispetto dei canoni di correttezza, legalità e trasparenza imposti dalle norme interne ed internazionali», recita la nota diramata dall’azienda, che conclude così: «La società esprime piena fiducia nell'operato della magistratura e informa di aver già manifestato, attraverso i propri legali, la massima disponibilità alla collaborazione per l’accertamento della verità dei fatti. L’attività non subirà alcuna interruzione».


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