Intervista a Salvini: «Zaia vince da solo, no ai veti di Ncd e Fi»

PADOVA. «Zaia può vincere da solo, basta con i veti di Forza Italia e Ncd. Luca è il miglior governatore d’Italia e la Lega è in grande ascesa». Matteo Salvini mette in archivio il ventennio di Bossi e Berlusconi e dopo aver conquistato la Lombardia con Bobo Maroni lancia ora una nuova sfida: riconfermare Luca Zaia governatore del Veneto senza stringere patti con l’Ncd di Alfano e nemmeno con Forza Italia, che in Veneto porta il marchio di Galan e Chisso, affossati con lo scandalo del Mose che ha coinvolto anche il Pd di Venezia, mentre la Lega ne è uscita completamente indenne. Insomma, «forzaleghismo» addio. La strategia di Salvini punta a creare una nuova forza di centrodestra attorno a due emergenze: la disoccupazione e l’immigrazione. Luca Zaia è molto prudente e domani a Milano vedrà il leader padano, ma la rottura con Alfano e Lupi è già maturata mentre il patto con Forza Italia si rinnova solo se Berlusconi blocca le riforme istituzionali di Renzi.
Segretario Salvini, lei ha dichiarato: no a marmellate, frittate e ammucchiate. La Lega con i suoi pregi e difetti prepara un progetto coerente che non prevede ammucchiate con Forza Italia e Nuovo centro destra. Concretamente cosa significa: che in Veneto, Zaia farà corsa solitaria al voto di maggio?
«In Veneto vogliamo portare avanti senza intoppi quello che abbiamo fatto in questi cinque anni. Senza stare lì a mediare, a trescare, a forzare la mano con gli alleati. Il Veneto è la regione meglio amministrata d’Italia e i giochini della vecchia politica non debbono diventare ostacoli sulla strada di Luca Zaia che gode di un vastissimo consenso, come dimostrano i sondaggi diffusi da istituti demoscopici autorevoli e indipendenti».
I giochini politici chi li fa: Ncd o Forza Italia?
«Il campione è Alfano, che a Roma fa una cosa con Renzi e a Venezia l’esatto opposto con Zaia: i due principali problemi dell’Italia oggi sono lavoro e sicurezza. Le risposte del governo Renzi con il Jobs Act sono fallimentari mentre sulla sicurezza Alfano è addirittura il ministro dell’invasione clandestina. No, l’Ncd non può fare patti con noi in Veneto».
Zaia ogni giorno mette nel mirino Alfano e Renzi per l’emergenza sicurezza: rapine con sparatorie e furti a go-go...
«Basta parlare con un poliziotto per capire come sono male equipaggiati e abbandonati gli agenti. Non è una questione personale, il Veneto è una regione troppo importante e pretendiamo chiarezza dall’Ncd».
Resta Forza Italia, un alleato da sempre fedele alla Lega in Veneto e Lombardia. Tosi dice che quella fase è chiusa, Zaia può vincere con la Lega e le liste civiche: lei concorda?
«Vediamo come si sviluppa il dibattito in Fi su Nazareno sì o no, riforme e Renzi sì o no. Sono divisi su tutto, si vota tra 4 mesi e stiamo già scrivendo il programma e la squadra dei prossimi 5 anni. Zaia mi chiede di poter lavorare in tranquillità. I fatti gli danno ragione, lui è il miglior governatore d’Italia. La Lombardia ha copiato due sue proposte: gli ambulatori degli ospedali aperti di sera e nei giorni di festa per le visite e il contributo alle mamme e ai papà divorziati. Maroni li ha introdotti anche a Milano e quindi squadra che vince non si cambia a meno che qualche giocatore si metta da parte da solo o faccia dei clamorosi autogol. Alfano ha scelto un’altra strada e con Forza Italia vediamo come finirà il confronto sulle riforme istituzionali».
Lei oggi sarà a Palermo, per lanciare quale messaggio?
«Che l’autonomia è uno dei principi cardine ma va usata bene. Noi la chiediamo per il Veneto, ci batteremo fino in fondo perché si possano votare i referendum sull’indipendenza e l’autonomia ma non certo per ripetere i disastri della Sicilia, che sottrae risorse a tutt’Italia senza dare servizi ai siciliani. A Palermo dirò: avete provato con la destra, con la sinistra, con Grillo e Crocetta ma l’anno scorso avete registrato il record storico della disoccupazione».
Anche con i vitalizi non stanno male, pagano 18 milioni di euro l’anno agli ex deputati regionali siciliani...
«Le cito lo scandalo del comune di Agrigento, commissariato: hanno fatto in un anno 1133 riunioni di commissione. Tutte pagate. E poi vado in Sicilia perché da eurodeputato della Lega ho sempre votato in difesa dell’agricoltura mediterranea».
Ha cambiato opinione sul presidente della repubblica Sergio Mattarella, siciliano autorevolissimo: lei non è andato alla cerimonia al Quirinale. Come mai?
«Spero di cambiarla in futuro, chi ha fatto politica nella Dc con De Mita, Andreotti e Rosy Bindi, Amato e D’Alema non è un mio modello politico. Capiremo presto se Mattarella avrà il coraggio di dire di no ad alcuni decreti imbarazzanti del governo Renzi».
Quali sono?
«Il primo è quello sulle banche popolari: la loro trasformazione in Spa è un regalo ai grandi gruppi stranieri che le possono scalare in un baleno».
Renzi dice che il Pd è autosufficiente e sta annettendo un po’ di Scelta Civica: ce la farà ad approvare le riforme?
«Io credo di no perché sono pessime riforme, osteggiate da molti senatori e deputati Pd: la riforma del Senato, delle Province e della Costituzione non piacciono alla sinistra e Renzi non arriverà al traguardo».
Zaia vince perché è bravo, ma non avete fatto i conti con Alessandra Moretti che sta girando tutto il Veneto...
«Massimo rispetto per Alessandra Moretti, ma un conto è promettere e un conto è portare fatti concreti: se la gente sceglie gli ospedali veneti per curarsi è grazie all’efficienza della giunta Zaia, che invoca autonomia e maggiori risorse da destinare alle imprese. Il Veneto può essere la ruota che fa ripartire l’Italia. Renzi e il Pd hanno votato contro l’autonomia del Veneto, ma Luca non si arrenderà mai».
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