Intervista a Salvini: «Zaia vince da solo, no ai veti di Ncd e Fi»

Parla il leader della Lega: «Il governatore è un modello di efficienza in Italia, l’apertura serale degli ospedali copiata anche in Lombardia. Il governo nega l’autonomia, sì ai referendum»
Matteo Salvini nella sala Aldo Moro durante le consultazioni del Presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi. Roma 18/02/2014. ANSA/GIUSEPPE LAMI
Matteo Salvini nella sala Aldo Moro durante le consultazioni del Presidente del Consiglio incaricato, Matteo Renzi. Roma 18/02/2014. ANSA/GIUSEPPE LAMI

PADOVA. «Zaia può vincere da solo, basta con i veti di Forza Italia e Ncd. Luca è il miglior governatore d’Italia e la Lega è in grande ascesa». Matteo Salvini mette in archivio il ventennio di Bossi e Berlusconi e dopo aver conquistato la Lombardia con Bobo Maroni lancia ora una nuova sfida: riconfermare Luca Zaia governatore del Veneto senza stringere patti con l’Ncd di Alfano e nemmeno con Forza Italia, che in Veneto porta il marchio di Galan e Chisso, affossati con lo scandalo del Mose che ha coinvolto anche il Pd di Venezia, mentre la Lega ne è uscita completamente indenne. Insomma, «forzaleghismo» addio. La strategia di Salvini punta a creare una nuova forza di centrodestra attorno a due emergenze: la disoccupazione e l’immigrazione. Luca Zaia è molto prudente e domani a Milano vedrà il leader padano, ma la rottura con Alfano e Lupi è già maturata mentre il patto con Forza Italia si rinnova solo se Berlusconi blocca le riforme istituzionali di Renzi.

Segretario Salvini, lei ha dichiarato: no a marmellate, frittate e ammucchiate. La Lega con i suoi pregi e difetti prepara un progetto coerente che non prevede ammucchiate con Forza Italia e Nuovo centro destra. Concretamente cosa significa: che in Veneto, Zaia farà corsa solitaria al voto di maggio?
«In Veneto vogliamo portare avanti senza intoppi quello che abbiamo fatto in questi cinque anni. Senza stare lì a mediare, a trescare, a forzare la mano con gli alleati. Il Veneto è la regione meglio amministrata d’Italia e i giochini della vecchia politica non debbono diventare ostacoli sulla strada di Luca Zaia che gode di un vastissimo consenso, come dimostrano i sondaggi diffusi da istituti demoscopici autorevoli e indipendenti».

I giochini politici chi li fa: Ncd o Forza Italia?
«Il campione è Alfano, che a Roma fa una cosa con Renzi e a Venezia l’esatto opposto con Zaia: i due principali problemi dell’Italia oggi sono lavoro e sicurezza. Le risposte del governo Renzi con il Jobs Act sono fallimentari mentre sulla sicurezza Alfano è addirittura il ministro dell’invasione clandestina. No, l’Ncd non può fare patti con noi in Veneto».

Zaia ogni giorno mette nel mirino Alfano e Renzi per l’emergenza sicurezza: rapine con sparatorie e furti a go-go...
«Basta parlare con un poliziotto per capire come sono male equipaggiati e abbandonati gli agenti. Non è una questione personale, il Veneto è una regione troppo importante e pretendiamo chiarezza dall’Ncd».

Resta Forza Italia, un alleato da sempre fedele alla Lega in Veneto e Lombardia. Tosi dice che quella fase è chiusa, Zaia può vincere con la Lega e le liste civiche: lei concorda?
«Vediamo come si sviluppa il dibattito in Fi su Nazareno sì o no, riforme e Renzi sì o no. Sono divisi su tutto, si vota tra 4 mesi e stiamo già scrivendo il programma e la squadra dei prossimi 5 anni. Zaia mi chiede di poter lavorare in tranquillità. I fatti gli danno ragione, lui è il miglior governatore d’Italia. La Lombardia ha copiato due sue proposte: gli ambulatori degli ospedali aperti di sera e nei giorni di festa per le visite e il contributo alle mamme e ai papà divorziati. Maroni li ha introdotti anche a Milano e quindi squadra che vince non si cambia a meno che qualche giocatore si metta da parte da solo o faccia dei clamorosi autogol. Alfano ha scelto un’altra strada e con Forza Italia vediamo come finirà il confronto sulle riforme istituzionali».

Lei oggi sarà a Palermo, per lanciare quale messaggio?
«Che l’autonomia è uno dei principi cardine ma va usata bene. Noi la chiediamo per il Veneto, ci batteremo fino in fondo perché si possano votare i referendum sull’indipendenza e l’autonomia ma non certo per ripetere i disastri della Sicilia, che sottrae risorse a tutt’Italia senza dare servizi ai siciliani. A Palermo dirò: avete provato con la destra, con la sinistra, con Grillo e Crocetta ma l’anno scorso avete registrato il record storico della disoccupazione».

Anche con i vitalizi non stanno male, pagano 18 milioni di euro l’anno agli ex deputati regionali siciliani...
«Le cito lo scandalo del comune di Agrigento, commissariato: hanno fatto in un anno 1133 riunioni di commissione. Tutte pagate. E poi vado in Sicilia perché da eurodeputato della Lega ho sempre votato in difesa dell’agricoltura mediterranea».

Ha cambiato opinione sul presidente della repubblica Sergio Mattarella, siciliano autorevolissimo: lei non è andato alla cerimonia al Quirinale. Come mai?
«
Spero di cambiarla in futuro, chi ha fatto politica nella Dc con De Mita, Andreotti e Rosy Bindi, Amato e D’Alema non è un mio modello politico. Capiremo presto se Mattarella avrà il coraggio di dire di no ad alcuni decreti imbarazzanti del governo Renzi».

Quali sono?
«Il primo è quello sulle banche popolari: la loro trasformazione in Spa è un regalo ai grandi gruppi stranieri che le possono scalare in un baleno».

Renzi dice che il Pd è autosufficiente e sta annettendo un po’ di Scelta Civica: ce la farà ad approvare le riforme?
«Io credo di no perché sono pessime riforme, osteggiate da molti senatori e deputati Pd: la riforma del Senato, delle Province e della Costituzione non piacciono alla sinistra e Renzi non arriverà al traguardo».

Zaia vince perché è bravo, ma non avete fatto i conti con Alessandra Moretti che sta girando tutto il Veneto...
«Massimo rispetto per Alessandra Moretti, ma un conto è promettere e un conto è portare fatti concreti: se la gente sceglie gli ospedali veneti per curarsi è grazie all’efficienza della giunta Zaia, che invoca autonomia e maggiori risorse da destinare alle imprese. Il Veneto può essere la ruota che fa ripartire l’Italia. Renzi e il Pd hanno votato contro l’autonomia del Veneto, ma Luca non si arrenderà mai».

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