Ispettorato del lavoro, raffica di rinunce in Veneto

A Belluno e Vicenza nessuno dei convocati si è presentato per entrare in servizio. 

A Padova 6 su 17, a Verona 1 su 6. E ora sono a rischio i controlli nelle aziende

Enrico Ferro
FOTOPIRAN
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 Si continua a morire sul lavoro ma chi dovrebbe controllare la sicurezza nelle aziende non prende servizio perché le condizioni non sono così favorevoli. Un corto circuito tutto italiano rischia di paralizzare l’Ispettorato nazionale del Lavoro, con pesanti conseguenze anche in Veneto.

Agli Ispettorati territoriali come quello di Milano e Lodi, su 76 funzionari convocati per l’assunzione, solo 33 hanno preso servizio. Stessa situazione all’Inl di Roma, dove sui 52 attesi solo 15 si sono presentati. A Belluno e Vicenza nessuno dei convocati si è presentato per la presa in servizio. A Padova si sono presentati solo 6 su 17, a Verona 1 su 6. E anche in Friuli Venezia Giulia non va meglio: a Udine e Pordenone soltanto 1 su 4.

Una situazione preoccupante che dovrà essere affrontata per evitare un depotenziamento delle attività di vigilanza, specie nelle realtà più produttive del Paese e in quelle dove vi è un’alta percentuale di lavoro sommerso.

In Veneto ci sono stati 60 morti sul lavoro dal 1 gennaio al 31 luglio 2022: 7 in più rispetto allo stesso periodo del 2021. Numeri di una Spoon river. Le statistiche regionali assegnano la maglia nera alle province di Venezia, Belluno, Verona e Rovigo, quelle dove l’incidenza degli incidenti mortali sul totale dei lavoratori è più elevata.

Nel Bellunese si parla persino di 35 infortuni fatali su un milione di occupati, oltre il doppio rispetto alla media nazionale. Considerando i numeri assoluti, invece, la provincia con i dati più preoccupanti è quella di Verona, che negli ultimi sette mesi dall’anno ha visto morire 13 lavoratori. In generale, le cifre sono in crescita, rispetto al 2021, in tutto il Veneto, con la sola eccezione della provincia di Treviso, che ha conosciuto una regressione dei numeri nell’arco dei 12 mesi.

L’Ispettorato nazionale del lavoro è strategico sul fronte della sicurezza. Nel 2021 ha effettuato a livello nazionale 91.504 controlli sulle aziende, con 62.710 ispezioni definite, di cui 39.052 hanno evidenziato illeciti. Le attività ispettive condotte nel 2021 da Inl, Inps e Inail hanno totalizzato 84.679 ispezioni, e hanno consentito di contestare irregolarità e tutelare 480.119 lavoratori con un aumento di circa l’80% sul 2020.

«La prima cosa da dire» spiega Bruno Giordano, direttore dell’Inail «è che le rinunce sono dovute al fatto che si sono svolti negli ultimi mesi tantissimi concorsi per diverse amministrazioni pubbliche. Così è successo che gli stessi candidati, ai quali spesso era richiesta la stessa preparazione per selezioni diverse, sono entrati in diverse graduatorie. L’80% dei vincitori proviene da 5 regioni del sud, il restante 20% da tutte le altre. Questo significa che, se destinate a una sede del nord, queste persone hanno costi alti di vita e alloggio e se hanno altri lavori vicino a casa loro, preferiscono restare dove sono ritenendolo più ragionevole per le loro tasche».

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