Italia Futura parla veneto e recluta i «nordisti» ex Pd
PADOVA
Associazione? Movimento? Partito? Federico Vecchioni, coordinatore nazionale di Italia Futura, e i tre responsabili veneti, Andrea Causin, Manfredi Ravetto e Jacopo Silva, non hanno precisato, ieri allo Sheraton, la natura della creatura che Luca Cordero di Montezemolo ha messo in piedi per rinnovare la politica in Italia. «Non siamo contro chi ha fatto politica – ha scandito Vecchioni, 44 anni, già presidente nazionale di Confagricoltura – ma contro chi l’ha fatta in un certo modo. E riconosciamo al governo Monti il merito di averci riabituati alla competenza e alla professionalità». Di sicuro la nuova delegazione veneta di Italia Futura (sede a Padova in via dei Borromeo), tenuta a battesimo dopo Basilicata, Friuli, Liguria, Marche, Puglia, Romagna e Toscana, non difetta di dirigenti che la politica la conoscono bene.
A cominciare da Andrea Causin e Diego Bottacin, consiglieri regionali eletti nel 2010 con il Pd, poi transitati al gruppo Misto con Verso Nord. Movimento dal quale arrivano anche Maria Gomierato, già sindaco di Castelfranco, i trevigiani Gildo Santon e Giovanni Schiavon, i veneziani Alessio Vianello ed Enrico Zanetti e il bellunese Giancarlo Ingrosso. Bruno Bandoli, dirigente amministrativo dello Iov, è stato invece il capo di Gabinetto di Giustina Destro ai tempi in cui faceva il sindaco di Padova. Mentre Benedetta Nicolini si è accomodata sui banchi di Palazzo Moroni in rappresentanza di Forza Italia.
L’altro bacino in cui pesca il movimento di Montezemolo è il mondo delle associazioni imprenditoriali. Jacopo Silva è stato il presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria Padova; la vicentina Elisa Beniero è la vicepresidente nazionale dei Giovani Imprenditori Confapi; Diego Donazzolo è il presidente di Confagricoltura Belluno. In sala c’è pure Vittorio Zannini, detto Zorro, candidato Pdl alle Regionali 2010. Ma quali sono gli obiettivi di Italia Futura? «In questi anni – spiega Vecchioni – è mancata la buona politica. Noi vogliamo andare oltre gli attuali schieramenti, oltre la destra e la sinistra: vogliamo sviluppare una capacità di aggregare persone in una logica di proposta e non di rivendicazione. Esiste una sostanziale incompatibilità con chi abbia ruoli dirigenti in partiti esistenti. Gli eletti possono fare una legislatura e poi tornare al loro mestiere». Certo, Italia Futura sa che l’anno prossimo si andrà al rinnovo del Parlamento. E si sta organizzando (sedi verranno aperte entro giugno in tutti i comuni capoluogo della regione) per una discesa in campo che non è stata decisa ma che non è affatto esclusa. «La nostra è una regione – ha argomentato Causin – di straordinaria importanza per le sue 500 mila imprese che producono ogni anno 150 miliardi di Pil. Di Italia Futura ci piace lo stile; se poi diventerà un’avventura elettorale lo vedremo». All’appello di Montezemolo hanno risposto «presente» oltre 3 mila persone.
Il veronese Manfredi Ravetto, già direttore degli affari commerciali dello Hispania Racing Team di Formula 1, confessa di appassionarsi più alla corsa per il Rettorato che alle vicende «di un partito in cui volano gli spintoni». Il padovano Jacopo Silva invita infine a superare i campanilismi: «Spiegatelo voi a uno straniero che atterra a Venezia che quella che vede dall’aereo non è un’unica grande metropoli».
Claudio Baccarin
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova