La prima soccorritrice «Fatto di tutto, invano»
CISON. È stata la prima a soccorrere Alessandro. La dottoressa Monica Tartari ha fatto il possibile per salvare il 45enne di Soller. «Ho tentato davvero il tutto per tutto», racconta. «Mi dispiace moltissimo. È una tragedia che colpisce tutti noi».
La professionista abita a un centinaio di metri da piazza della Vittoria. Giovedì notte stava dormendo quando una vicina di casa ha bussato alla sua porta. Una cosa strana che ha subito messo in allarme la dottoressa. «In quel momento mi hanno solo detto che c’era stata una rissa e allora mi sono vestita e sono corsa in piazza». Monica Tartari in quei concitati momenti non poteva immaginare che cosa si sarebbe trovata davanti. «Quando sono arrivata sul posto ho trovato Alessandro a terra, non respirava, era in stato di incoscienza. Ho capito subito che si trattava di una cosa gravissima. In quel momento ho pensato solo di fare il possibile per supportare le sue funzioni vitali».
In attesa dell’arrivo dell’ambulanza e dell’automedica, che erano state chiamate nel frattempo, la dottoressa Tartari, specialista in medicina del lavoro, ha iniziato a praticare il massaggio cardiaco. Alessandro però non rispondeva. Non ha smesso il trattamento fino all’arrivo dell’ambulanza. «Una volta che sono arrivati i sanitari», racconta la dottoressa, «sono continuate le manovre per tentare di rianimarlo. Un tempo infinito, più di mezz’ora».
Alessandro a quel punto è stato caricato in ambulanza e li hanno i sanitari hanno continuato l’intervento. Purtroppo tutto invano. Nel tragitto da Tovena verso l’ospedale il suo cuore ha smesso definitivamente di battere. —
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