La rabbia degli azionisti «Dove abita il ladro?»

VICENZA. «Dove abita il ladro?». Gli avvocati di Vincenzo Consoli hanno appena varcato i cancelli dello splendido Palazzo Anti Veronese, posto sotto sequestro dalla Guardia di Finanza, quando arriva...

VICENZA. «Dove abita il ladro?». Gli avvocati di Vincenzo Consoli hanno appena varcato i cancelli dello splendido Palazzo Anti Veronese, posto sotto sequestro dalla Guardia di Finanza, quando arriva un’azionista di Veneto Banca. Chiede disperatamente indicazioni ai passanti che, per la verità, capiscono al volo chi stia cercando e gli indicano la residenza dove da martedì mattina l’ex amministratore delegato di Veneto Banca è agli arresti domiciliari con l’accusa di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza bancaria.

Appena si accorge che gli avvocati stanno attraversando, li rincorre per provare a vedere se dietro il cancello c’è Vincenzo Consoli e urlargli in faccia ciò che pensa di lui. Ma il manager evidentemente è dentro casa e così l’azionista si accontenta di ripetere al cielo l’insulto. In breve tempo attorno a lui si forma un piccolo capannello di vicentini che, con la Popolare di Vicenza, condividono la stessa sorte di Franco, azionista di Veneto Banca arrivato da Verona a Contrà Mure Palamaro per sfogare tutta la sua rabbia contro chi, secondo lui, ha polverizzato i suoi risparmi investiti in azioni di Veneto Banca. «Sono a Vicenza per lavoro», racconta, «avevo dieci minuti liberi e volevo vedere dove vive chi è stato capace di radere al suolo una banca e i risparmi di chi ci aveva investito». È furente e inizia a parlare con altri passanti che stanno condividendo la stessa sorte. «Chissà dove avranno messo i loro soldi», gli risponde Giovanna, azionista della Popolare di Vicenza, «l’unica piccola soddisfazione è che questa gente non può più far vedere in giro la loro faccia, mentre io posso andare tranquillamente a mangiare una pizza con i miei figli».

Un’ora e mezzo dopo, quando Consoli esce di casa accompagnato dall’avvocato Moscatelli, non c’è nessuno ad aspettarlo. Percorre a piedi, e in silenzio, un breve tratto di strada prima di salire in macchina e raggiungere il tribunale di Vicenza per l’interrogatorio di garanzia.

Giorgio Barbieri

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