La sua opera usata per il francobollo: la figlia di Babrow fa causa al Vaticano

Il papà di Alessia è l’ex stella del Petrarca rugby negli anni Settanta. Lei  ha deciso di chiedere un risarcimento di 130 mila euro
Alessia Babrow e il francobollo con la sua opera
Alessia Babrow e il francobollo con la sua opera

PADOVA. Suo padre è il sudafricano Nelson Babrow, stella del rugby negli anni Settanta, che conquistò tre scudetti con il Petrarca Padova e che il 22 ottobre 1977 scese in campo all’Appiani con il leggendario XV del Presidente, capace di tener testa (9-17) agli All Blacks.

Ma anche la figlia di Babrow, Alessia, dimostra di avere un gran carattere. Basti dire che l’artista italo-sudafricana ha deciso di citare in giudizio - chiedendo un risarcimento di 130 mila euro - il Governatorato della Città del Vaticano per aver utilizzato, senza autorizzazione, il suo Cristo Risorto, un’immagine di Street Art, riprodotta sugli 80 mila esemplari del francobollo da 1,15 euro emesso per celebrare la Pasqua 2020. Sulla vignetta la scritta “Jus Use It” (“Usalo e basta”). A innamorarsi dell’immagine, una «rielaborazione dell’Ascensione di Heinrich Hofmann (1824-1911), situata a Roma, nei pressi di Ponte Vittorio Emanuele», è stato Mauro Olivieri, direttore dell’Ufficio Filatelico del Vaticano.

La Babrow, venuta a conoscenza del francobollo da una fotografa di Street Art, ha rivendicato il suo diritto d’autore: «Hanno tentato di liquidarmi con una manciata di francobolli». «A distanza di un anno» continua la Babrow «dopo ben tre richieste formali di riconoscimento ufficiale del diritto d’autore e richiesta di tavolo di trattative, i rappresentanti della Santa Sede hanno rifiutato d’incontrare me e i miei legali». —




 

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