L’albergatore: «Hotel chiusi a Natale? Non voglio credere a una follia simile»

L’INTERVISTA
CORTINA
«La chiusura di alberghi e piste? A Natale, Capodanno e all’Epifania? Alla vigilia dei Mondiali di sci e nella prospettiva delle Olimpiadi? No, non oso credere che il Governo voglia suicidarsi, dopo aver soffocato la nostra economia».
Chi parla è Gherardo Manaigo, titolare dell’Hotel de la Poste, al centro della città, nonché vicepresidente di Mio Italia (Movimento Imprese Ospitalità).
Lei quando apre il suo albergo, che, ricordiamolo, è il più storico della “regina delle Dolomiti”?
«Apro il 4 dicembre. Ho una trentina di collaboratori. I primi sono già arrivati. Gli altri oggi».
Ma prenotazioni ne ha?
«Certo, altrimenti che apro a fare? Attenzione, però: ho già perso due affezionati clienti. Hanno disdetto, poiché hanno trovato da prenotare in Svizzera. Siamo folli. Lo sci, sport all’aperto ed individuale, è tra le discipline più sicure».
Gli assembramenti del marzo scorso restano un incubo.
«Certo. Ma gli impiantisti hanno sottoposto al Governo e al Comitato tecnico scientifico severe linee guida. Perché non le esaminano e non danno una risposta? Perché ancora tergiversano?».
Forse perché la situazione sanitaria è tale per cui si ritiene irrinunciabile la blindatura delle festività. Se il prossimo Dpcm, in vigore dal 4 dicembre, obbligasse gli alberghi di montagna alla chiusura?
«Sarebbe una pazzia. Comunque noi saremmo costretti a chiudere. Dovrò rimandare a casa tutto il personale, che sta arrivando da ogni parte d’Italia. Ma si rende conto? Chiudere alla vigilia dei Mondiali di sci?».
Quanti sono gli alberghi di Cortina che aprono per il lungo ponte di sant’Ambrogio e dell’Immacolata?
«Ritengo una ventina»
Che cosa rappresenta il Natale per Cortina?
«Tra sant’Ambrogio e l’Epifania, Cortina mette insieme un terzo del fatturato dell’intera stagione. Quindi non sono bruscolini, ma decine e decine di milioni. E con quale risultato? Chiudono gli alberghi che sono i siti più sicuri, perché hanno investito fior di quattrini nella sicurezza, e tengono aperti i centri commerciali nelle città senza preoccuparsi che la gente vada ad infettarsi».
Ha ragione il sindaco di Cortina, Gianpietro Ghedina, quando dice che a Natale e Capodanno la gente si riverserà in Corso Italia se non potrà sciare?
«Certo che sì, a meno che il Governo non blocchi anche le seconde case. Il Comune ha calcolato che siano ben 25 mila i residenti di queste abitazioni. Nel pieno della stagione, Cortina, con 6 mila abitanti, decuplica fino a 60 mila».
Bloccherà gli spostamenti da una regione all’altra.
«Ma da una certa data. Tanti villeggianti arriveranno adesso, per il ponte, e con la neve fresca che sta arrivando, si fermeranno fino al compimento delle feste».
Dica la verità: è preoccupato? Voi albergatori eravate molto allarmati anche a maggio, immaginando un’estate drammatica. Invece è andata bene. Accadrà altrettanto per Carnevale e la Pasqua?
«Non scherziamo. Io ho 130 camere. Dispongo del personale che le ho detto. Quindi siamo come una media azienda. Sa l’indotto che lavora grazie all’albergo? E immagina le ricadute di tutti gli alberghi di Cortina? E poi mettiamoci i ristoranti e tutto il resto. Cosa faccio dei rifornimenti che ho già ricevuto. Appunto, i rifornitori: stanno tremando anche loro. E tutto, perché, sbagliando, si ritiene che lo sport sia movida. Ma lei ritiene davvero che il Governo ci porterà alla chiusura? Secondo me no, è impossibile».
L’allarme è forte per una recrudescenza del contagio.
«Ok, la salute viene al primo posto. Ma qui a Cortina tutti, proprio tutti, stanno facendo l’impossibile per mettersi in sicurezza. Le funivie sono due e, comunque, più che sanificate, viaggeranno a finestrini aperti, accelerando le corse per impiegare il minor tempo possibile. Gli sciatori saranno tutti certificati. Negli alberghi garantiamo il massimo della precauzione. Sa che cosa le dico?».
Che cosa?
«Se saltiamo le feste, rischiamo necessariamente di saltare anche i Mondiali, il più grande evento sportivo di quest’inverno in Italia. Domani (oggi per chi legge, ndr), con il Governo, il presidente Zaia batta i pugni, si faccia sentire».
Altrimenti?
«Ci faremmo annettere dall’Austria se aprirà…” .
Neppure l’Austria apre tutto.
«Allora andremo tutti in Svizzera». —
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