L'Auditorium già «risuona» in Salone
Inaugurata la mostra con i progetti del Gotha dell'architettura. L'entusiasmo di Casarin, la goliardia dell'assessore Boldrin e la concretezza della Cariparo

L'architetto Alberto Cecchetti non è l'«uomo dei sotterranei» di Dostoevskij, con la passione dell'abisso. E' l'uomo democratico di Tocqueville: intellettuale europeo, originale, di grande cultura. La sala ipogea dell'Auditorium mantiene in superficie la pelle verde di un parco che non è omaggio ambientalista, ma l'incentivo alla socializzazione, un luogo da vivere. La dichiarazione, così ricca di segnature culturali, è dell'assessore Luisa Boldrin. La fa in Salone, all'apertura della mostra dei progetti per l'Auditorium. Sono 10, di grande bellezza. La commissione ha fatto la sua scelta con mano felice, ma anche con una certa sofferenza.
Ha vinto un italiano, un veneziano, Alberto Cecchetti. Ne vediamo i disegni, le planimetrie, gli interni in trasparenza. Le tecniche di riproduzione moderne consentono di mettere in campo la magia degli effetti speciali. Insomma è una vetrina di architettura che non solo dà l'idea precisa di ciò che si intende realizzare, ma fa anche spettacolo. «E' un progetto magnifico - dice il presidente della Provincia, Vittorio Casarin - La scelta di piazzale Boschetti mi preoccupava, il sito è delicato, presentava problemi non facili da risolvere, ma Cecchetto ha estro e passione».
Preludio musicale alla mostra: due enfant prodige, ma è più giusto chiamarli giovani musicisti. Due fratelli, Beatrice di 11 anni e Giovanni Zanon di 9 hanno suonato il violino: Bach da estasiare. Bravissimi. Il sindaco Flavio Zanonato segna in rosso l'importanza dell'Auditorium in una città a domanda musicale elevata, ma aggiunge che la grande opera punta a un bacino di utenza di 2 milioni di persone. Il presidente della Fondazione Cariparo, Finotti: «Abbiamo messo a punto un piano di fattibilità sulla gestione dell'opera». Ha ragione: una macchina da musica, collegata a strutture per il loisir, di questo calibro deve essere gestita con intelligenza e coraggio da chi ha esperienza nell'intrapresa culturale. Cariparo mette sul piatto un investimento notevole, attorno ai 50 milioni di euro. «Da voi a Venezia la goliardia non c'è - dice Boldrin all'architetto - Siete tristissimi. Noi invece ne facciamo un po'».
E incorona d'alloro il vincitore, un fiocco bianco e uno rosso spiccano tra le foglie. Cecchetto indica sulla planimetria i particolari del progetto: la cupola che racchiude la sala più piccola che sembra galleggiare sul Prato, le lame di luce che penetrano negli spazi tra le due quinte ottocentesche che la Soprintendenza ha voluto salvare e rischiarano i locali delle prove, il ristorante in cui a lume di candela si può vedere l'acqua che scorre, gli alberi, la gente che attraversa gli spazi verdi. Poi il giro della mostra. Sono illustrati i progetti in un contesto espositivo che si chiama «Il suono della forma, la forma del suono» di Marco Casamonti, Kada e Wittfield, Herman Hertzberger, Ben Van Berkel/Bos, Arata Isozaki, Odile Decq e Benoit Cornette, Juan Navarro Baldeweg, Rocha De Aires Mateus, Alberto Cecchetto e David Alan Chipperfield. Il Gotha internazionale dell'architettura. Cecchetto ha sbaragliato tutti. «Il suo progetto - dice Zanonato - tecnicamente è un piano di massima, ma è così ricco di dettagli da essere molto vicino al piano definitivo».
Argomenti:auditorium
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