Laurea ad honorem per Cristina Pavesi c’è la strada dell’attestato alla memoria

il CASO
Sono passati 31 anni dalla morte di Cristina Pavesi, la ragazza uccisa il 13 dicembre 1990 nell’assalto al treno della banda di Felice Maniero, all’epoca leader della mafia del Brenta.
In questi anni la presenza della mafia si è fatta sentire più volte anche al Nord e nel Veneziano, incurante delle vittime che ha lasciato dove passava. Pavesi, stroncata negli anni in cui guardava e sognava un futuro, è stata ricordata da don Luigi Ciotti nel corso della messa tenutasi in ricordo dell’attentato, due giorni fa. In quell’occasione, il prete ha lanciato la proposta di conferire a Cristina la laurea ad honorem in sua memoria.
Iscritta a Lettera a Ca’ Foscari, amante del teatro e della cultura, la giovane stava tornando dopo aver incontrato un professore con il quale stava decidendo la tesi di laurea. Poi, il folle attentato a Barbariga di Vigonza e quell’esplosione di tritolo sui binari del treno parallelo a quello su cui viaggiava Cristina, ma così potente da distruggerle la vita in un attimo. Lo scorso maggio a Cristina Pavesi è stata dedicata la casa che fu del boss Maniero. Ora don Ciotti rilancia anche un titolo simbolico per ricordare l’impegno nello studio della giovane.
Ieri a Ca’ Foscari gli uffici hanno confermato che l’universitaria studiava a Venezia, ma per questioni di privacy nulla hanno detto né sul numero di esami sostenuti né sul suo percorso di studi. L’ateneo ha spiegato intanto qual è la cornice normativa: per quanto riguarda la laurea ad honorem, per regolamento si può rilasciare soltanto a persone che, per opere compiute o per pubblicazione fatte, si siano distinte nella materia di laurea; nel caso in cui uno studente muoia a esami conclusi si può conferire la laurea post mortem e, infine, la famiglia può chiedere un’attestazione alla memoria all’Università. Per adesso la rettrice non si è ancora espressa, ma sembra che l’attestazione alla memoria sia la strada per chiedere un ricordo ufficiale del percorso della ragazza. In questo modo la memoria di Cristina Pavesi continuerebbe a rimanere viva, ma nei prossimi giorni può essere che l’università comunichi ufficialmente il da farsi.
Cristina è una vittima di mafia che si trovava nel posto sbagliato al momento sbagliato. Quella sera la banda di Maniero voleva assaltare il vagone postale di un treno della linea Bologna – Venezia, che trasportava dei valori. Il convoglio venne bloccato e, nascosti dal passamontagna, i criminali tentarono di impossessarsene sparando alla polizia ferroviaria, invano. E così si passò al piano B, quello di posizionare del tritolo per spezzare il vagone e scappare con il bottino. Incuranti delle conseguenze e accecati unicamente dal desiderio furioso di soldi, i mafiosi posizionarono il tritolo che esplose proprio quando il treno su cui viaggiava la ragazza stava transitando. —
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